La casta dei ministri e dei parlamentari non fa che ripetere che sono necessari sacrifici da parte di tutti gli italiani per uscire dalla crisi, creare sviluppo e mettere a posto i conti del paese. Come si sa, però, non tutte le categorie sono d’accordo sulla nacessità di fare questi sforzi. Tra queste, c’è proprio la casta dei politici che, come ampiamente appurato, non ha nessuna intenzione di rinunciare ai propri enormi privilegi ed evitare gli sprechi.
Le ultime decisioni dei nostri parlamentari sanno di vera e propria presa in giro. L’Ufficio di Presidenza di Montecitorio ha stabilito che i tagli ai benefit degli ex Presidenti della Camera avviene a 10 anni per la cessione dell’incarico. Ma c’è il trucco. Per Luciano Violante, Fausto Bertinotti e Pierferdinando Casini (gli ultimi tre, cioè, ad avere avuto l’incarico) i dieci anni decorreranno dalla fine di questa legislatura, ovvero dal 2013. Insomma, i loro enormi privilegi (uffici, segretari, auto, ecc.) dureranno fino al 2023. Ora, considerando che a parte Casini, gli altri piuttosto anziani, si può ben dire che i benefit dureranno per tutta la loro esistenza. Alla faccia della tanta osannata flessibilità con cui la casta si sciacqua continuamente la bocca.
Ci sono le prime proteste. L’Idv è infuriato e parla di “presa in giro” nei confronti degli cittadini. Infuriata è anche Irene Pivetti, anche se per motivi opposti. L’ex esponente della Lega Nord, infatti, non potrà godere dei privilegi fino al lontano 2023, al pari di Pietro Ingrao. Che però tace, essendo molto più anziano della Pivetti.
Come riferisce la Repubblica, gli sprechi compiuti dalla casta dei parlamentari sono al limite dell’assurdo. Una volta al mese il commesso consegna a ciascun deputato, con una puntualità che negli uffici pubblici ci sogniamo, duemila fogli di carta intestata e relativa busta. Sono consegnati anche sei gomme ogni tre mesi e poi 10 dvd e 20 cd quali supporti per la trasmissione di materiale informatico. Poteva mancare la colla? Ogni anno un parlamentare ne riceve un chilo e mezzo, manco fosse un falegname.
Il capitolo francobolli vale addirittura 600mila euro complessivi. Siamo nell’era del web e dunque dell’email, ma forse la casta non lo sa ancora, preoccupata com’è di conservare tutti i privilegi del passato.