Secondo un’inchiesta condotta da L’Espresso, nell’anno 2010 la Chiesa si è vista corrispondere circa 32 mila euro dai contribuenti, che hanno versato l’8×1000 alla Chiesa Cattolica per mantenere ogni singolo prete presente sul territorio nazionale. La somma si intende assegnata al singolo soggetto: per questo motivo, per sostenere i sacerdoti, ogni anno vanno bruciati circa 1 miliardo e 67 milioni di euro, somma che compone, appunto, il cosiddetto 8 per mille. L’assegno, conferito alla Chiesa mediante la Conferenza episcopale, è aumentato nel corso di questi anni, superando il miliardo di euro. Ad ogni prete, però, non sono andati 32 mila euro, ma “solamente” 10.541 euro (ovvero 361 milioni annui): il resto è bello che stipato nelle banche vaticane. Detto in parole povere, i vescovi traggono profitto dai fondi destinati ai parroci.
Ogni anno ciascun contribuente, come molti di voi saprete già, decide, di sua spontanea volontà, di apporre una croce sull’apposita casella della dichiarazione dei redditi per destinare parte dei suoi guadagni alla Chiesa, che incassa l’otto per mille di tali fondi, incrementati ulteriormente dai versamenti all’erario di coloro che non hanno barrato alcuna casella. Tali soldi in Spagna, però, restano allo Stato. Per fare un esempio chiaro, nel 2004 la Chiesa è stata indicata da una percentuale di 34,56% di contribuenti italiani, ma tale dato, calcolato sul numero di quanti hanno indicato di donare l’8×1000, è aumentato vorticosamente fino ad arrivare all’87,25%. Quest’ultimo dato percentuale è stato, poi, usato per ripartire l’intero ammontare dei fondi, destinato a crescere di anno in anno.
In questo modo, la Chiesa guadagna sempre più denaro, indipendentemente dal consenso ottenuto, addirittura anche se quest’ultimo inizia a scemare, come nel caso dello scandalo della pedofilia che ha coinvolto diversi preti appartenenti alla Chiesa Cattolica. Nel 2007, infatti, il numero di contribuenti che decise di donare l’otto per mille si ridusse di quasi 96 mila unità, secondo i calcoli fatti dai vescovi.