Sabato scorso, un ragazzo di 21 anni è morto per un colpo di pistola alla testa, mentre si trovava ammanettato nell’automobile della polizia. Adesso le autorità locali hanno aperto un’indagine per chiarire le dinamiche di quello che sembra essere un omicidio e per capire cosa sia realmente accaduto. Il ragazzo, Chavis Carter, era stato fermato dalla polizia a Jonesboro – in Arkansas, negli USA – mentre si trovava a bordo di un pickup, sabato notte. Secondo le prime informazioni rese note dalla ABC, sembra che la polizia abbia trovato il ragazzo in possesso di marijuana, che fosse ricercato in Mississippi e che, per questo motivo, Carter fosse stato arrestato.
“Come di protocollo, è stato ammanettato dietro la schiena“, ha detto il sergente Lyle Waterworth del dipartimento di polizia di Jonesboro, in un’intervista con WREG-TV. Pochi minuti dopo, gli agenti della polizia hanno dichiarato di aver sentito dei rumori, di essersi voltati ed aver trovato Carter senza vita.
Secondo Waterworth, il ragazzo potrebbe aver tirato fuori una pistola nascosta ed essersi sparato da solo: “Qualsiasi poliziotto non fa caso a qualcosa durante la perquisizione, sapete… che siano droga, coltelli, o lamette da barba. In questo caso, deve essere successo con una pistola“. Non si sa, comunque, se la pistola sia stata trovata accanto al corpo del ragazzo, perché risulta difficile credere che, dopo essersi sparato, l’uomo abbia potuto nascondere ancora una volta l’arma da fuoco.
La madre del ragazzo, Teresa Carter, non è infatti d’accordo: “Penso l’abbiano ucciso, mio figlio non era tipo da suicidarsi“, ha affermato. La donna, inoltre, ha spiegato che suo figlio era mancino e che lo sparo è avvenuto, invece, alla tempia destra: “Voglio solo sapere cosa sia realmente accaduto, è tutto ciò che voglio sapere“, ha concluso la madre di Carter. Nel frattempo, i due ufficiali presenti durante l’omicidio di Chavis Carter si trovano, al momento, in congedo amministrativo.