Domandarsi cosa si farebbe se si vedesse una persona legata giorno e notte ad un palo pare cosa assurda: normalmente chiunque avrebbe il diritto di liberarla senza sconfinare nel diritto di proprietà di un eventuale coniuge o genitore o chi per lui. Ma purtroppo nel caso degli animali non funziona così: sono considerati oggetti di proprietà, uno strumento nelle mani di qualsivoglia “padrone”, “proprietario”, che decide se sceglierlo in base ad un proprio scopo, che sia compagnia, difesa, guardia.
E’ questo il caso di un cagnolino sfortunato, un simil pastore tedesco, che a Soccavo, nel Napoletano, veniva tenuto notte e giorno legato con catene a un albero. I continui lamenti strazianti del povero cane avevano portato i vicini di casa a protestare con l’agricoltore “padrone” del piccolo. Ma costui aveva risposto che in fondo si trattava ‘solo’ di un cane (sic!).
A quel punto sono scattate denunce e sit in di animalisti davanti ai cancelli dell’agricoltore, oltre a bombardamenti di e-mail al Comune, alla Asl e ai Vigili del Fuoco. Le associazioni animaliste napoletane ‘Le amiche di Lù’ e ‘L’associazione per la difesa dell’ambiente e degli animali’ si sono rivolte anche ad Antonio Luongo, il Consigliere della Municipalità di Soccavo, e dopo tutte queste proteste finalmente l’Ufficio per la tutela dei diritti degli animali del Comune di Napoli ha inviato sul luogo degli agenti di polizia municipale. Il risultato? Il cane è sempre legato, ma è stato più avvicinato alla proprietà del suo “padrone”, così che possa almeno ripararsi sotto una tettoia per ripararsi dalla pioggia.
Le associazioni animaliste, intanto, continuano a monitorare la situazione, ma è d’obbligo una grandissima riflessione su tutto ciò: è possibile che per ottenere il rispetto verso la Vita di un cane non si possa scavalcare l’indifferenza di una società per cui si tratta di un ‘oggetto di proprietà’ e di un animale di affezione? Non andreste a denunciare il maltrattamento del figlio di un vostro vicino di casa certi che sia prima di tutto un soggetto di libertà e non un oggetto di brutalità?