Il 33enne estremista di destra, che ha ammesso di aver ucciso 77 persone la scorsa estate, non ha mostrato alcun rimorso. Oggi lunedì è ripreso il processo a suo carico con la sesta udienza. Definendo i suoi attacchi come “necessari”, Breivik ha paragonato l’essere evitato da tutti al dolore provocato dal lutto. “L’unica differenza è che da parte mia è stata una scelta”, ha detto il terrorista. Breivik ha confessato bombardamenti e sparatorie, ma rifiuta la colpa penale, dicendo che le vittime avevano tradito il loro paese, abbracciando l’immigrazione. Anche la difesa ammette che non vi è praticamente alcuna possibilità di ottenere l’assoluzione, per cui la questione chiave rimane quella di determinare se Breivik è un pazzo criminale oppure sia pienamente capace di intendere e volere. Il sedicente crociato si è così scusato con la famiglia del proprietario di un pub che era tra le otto persone uccise nell’esplosione davanti alla sede del governo a Oslo, dicendo che non era sua intenzione quella di uccidere “civili”.
Il procuratore Stein Holden gli ha chiesto se avrebbe voluto chiedere simili scuse alle famiglie delle altre vittime, tra cui i 69 uccisi al campo giovani sull‘isola di Utøya, al meeting del partito laburista. “No, non lo faccio”, ha detto Breivik. “Utøya è un campo di indottrinamento politico”.Parlando con calma, Breivik ha rivelato di aver usato una pistola per uccidere le vittime a distanza inferiore di 10 metri. In caso contrario, ha usato il suo fucile. Alla domanda sul perché ha risparmiato un uomo che è sopravvissuto alla sparatoria, il terrorista ha detto che l’aspetto di quell’uomo lo faceva apparire come ” orientato politicamente a destra. “Quando l’ho guardato ho visto me stesso”, ha detto Breivik.”Penso che è stato questo il motivo per il quale non ho sparato colpi verso di lui”.
Se dovesse essere giudicato sano di mente, Breivik si troverebbe ad affrontare 21 anni di carcere, anche se potrebbe essere recluso per un arco di tempo superiore qualora fosse ritenuto un pericolo per la società. Se condannato a cure psichiatriche, in teoria potrebbe essere rilasciato una volta che non sarebbe più considerato psicotico e pericoloso per la società.