In seguito al crollo dell’Unione Sovietica tutti i suoi stati satellite dell’est Europa e dei Balcani hanno seguito la stessa sorte, trovandosi improvvisamente con un arsenale enorme preparato in vista dello scontro tanto atteso durante la guerra fredda con l’America ed i suoi alleati, ma ormai inutile per via della caduta del proprio ideale e della propria superpotenza guida. La grave crisi economica e politica che seguì fece cadere molti di quei paesi nella guerra civile, che scacciò gran parte dei dittatori posti da Mosca a capo di quei paesi e frammentò l’unità politica di stati come la Yugoslavia.
Una delle poche risorse facili da scambiare che rimanevano a questi paesi erano insomma proprio le armi: inutili, costose da mantenere e richiestissime in tutto il mondo dove si infiammavano conflitti o (in misura minore, ma comunque importante) dalla criminalità organizzata. Per questo per anni i Balcani sono stati una specie di mercatino dell’usato per chiunque volesse acquistare senza troppe domande armi pericolose e ad alto potenziale distruttivo.
Oggi i finanzieri del Comando Provinciale di Trieste hanno sequestrato, nel corso di un’operazione chiamata “Maximum Risk” un furgoncino pieno di armi comuni e da guerra. Fra le armi trovate, oltre a diverse pistole di diverso calibro e munizioni, c’erano diversi mitragliatori kalashnikov (tipico mitragliatore sovietico), ma anche esplosivo al plastico ad alto potenziale. Il tutto proveniente secondo quanto scoperto fin’ora dai militari da diversi paesi dell’ex Yugoslavia.
Se ne è chiara la provenienza non è però ben chiara la destinazione ed adesso si indaga per scoprire se il furgoncino era destinato ad un compratore italiano oppure era solo in transito nel nostro paese. In ogni caso il pericoloso carico è stato individuato al confine di Stato di Fernetti. Il conducente del furgone, uno sloveno di 32 anni, è stato arrestato, sebbene abbia insistito nel dichiararsi completamente ignaro del carico trasportato.
