“Betting on America” è il nuovo slogan di Barak Obama. Il Presidente degli Stati Uniti è pronto per affrontare la fase finale delle elezioni presidenziali americane, previste per il 6 novembre 2012, e questa volta la parola d’ordine sarà appunto “scommettere sull’America”.
Dall’Ohio, prima tappa del tour elettorale, il Presidente ha dichiarato:
“Bisogna scommettere sull’America. E io sto scommettendo sui lavoratori americani, sull’industria americana. Bisogna difendere i posti di lavoro americani”.
E’ l’affondo di Obama contro la Cina, accusata esplicitamente di “concorrenza sleale”, di “pratiche commerciali che colpiscono gli Stati Uniti”, in particolare il mercato delle automobili, penalizzato da quelli che vengono definiti dazi ingiusti sulle vetture americane. Non è un caso che Obama affronti questo argomento proprio a Maumee, nei pressi di Toledo, visto che qui ha sede un importante stabilimento Jeep, del gruppo Chrysler. L’attacco è rivolto soprattutto al candidato rivale, il repubblicano Mitt Romney, che ha fortemente criticato Obama per il salvataggio dell’industria dell’auto durante la crisi del settore nel 2008.
Contestualmente, l’amministrazione della Casa Bianca ha comunicato che gli Usa presenteranno all’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) l’ennesimo ricorso contro Pechino, affinché rimuova i “dazi sproporzionati” su General Motors, Chrysler e Ford.
La seconda tappa del tour, organizzato a bordo di un bus chiamato “Ground Force One”, vedrà domani il Presidente in Pennsylvania, altro “swing-state” come l’Ohio, poiché in questi due Stati l’esito del voto è ancora incerto e giocano dunque un ruolo fondamentale per entrambi i candidati.
Tuttavia, mentre la campagna elettorale di Barak Obama è partita con la grinta che lo ha contraddistinto anche alle presidenziali del 2008, quando lo slogan “Yes we can” ha incantato milioni di americani portandolo in gran trionfo alla Casa Bianca, il rivale Mitt Romney risulta invece in difficoltà, a causa di alcuni dubbi riguardo una società alle Bermuda che consentirebbe al miliardario di pagare meno tasse. L’immagine di Romney rischia di essere intaccata inoltre dalla questione sanità, poiché non ha approfittato delle accuse mosse dai repubblicani ad Obama riguardo la sanzione prevista per chi dal 2014 non rispetterà l’obbligo di avere un’assicurazione sanitaria. Secondo i repubblicani Obama avrebbe tradito la promessa di non aumentare le tasse, tuttavia su questo punto Romney e Obama concordano: si tratterebbe di una sanzione e non di una tassa. Inoltre, quando era governatore del Masachussets, Romney stesso aveva presentato una riforma sanitaria molto simile, pertanto oggi non vorrebbe dar l’idea di avere cambiato opinione.