Il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha tenuto nel pomeriggio una conferenza stampa insieme al vicesegretario Enrico Letta, nel corso della quale ha sostanzialmente ribadito la linea politica del partito: “Siamo in ogni caso il primo partito e dobbiamo avanzare una proposta utile al paese. Per garantire governabilità, cambiamento e corresponsabilità noi pensiamo che un governissimo sarebbe sbagliato e la politica sarebbe chiusa in un fortino” ha affermato. Il leader democratico ha sottolineato anche la “profonda preoccupazione per la situazione reale del Paese“, e ha spiegato: “C’è un’esigenza evidente di cambiamento, il Paese chiede una guida, ma manca di fiducia ed è con questa profonda convinzione che ci siamo messi all’opera per cercare una risposta“, per cui, ha aggiunto, se Bersani “serve per questa strada” si procede così, ma “se Bersani fosse un ostacolo è a disposizione perchè prima di tutto c’è l’Italia”.
Per il segretario del Pd è “inaccettabile la proposta del Pdl di trattare sul Quirinale“, perchè, ha spiegato, “la destra vuole scegliere il presidente della Repubblica“, mentre sulla scelta del nuovo capo dello Stato i democratici cercano “larghissima convergenza”, ed è decisamente contrario anche ad un eventuale ritorno alle urne: “Io la considero un’ipotesi disastrosa, così come gran parte del Parlamento. Purtroppo l’incrocio con il semestre bianco è stata un’ulteriore difficoltà perchè può lasciare spazio a tatticismi” ha dichiarato.
Bersani non ha risparmiato anche un attacco al Movimento Cinque Stelle: “Ci siamo trovati di fronte a un disimpegno conclamato del Movimento 5 Stelle che ha avuto 8 milioni di elettori e che pare voglia mettere in frigorifero. Così non si preserva la legislatura. Il dato di fondo è che c’è un 25% del Paese che ha voluto partecipare alla vita parlamentare ma non vuole rendere effettiva la vita parlamentare che parte dalla formazione del governo”. Pronta la replica del segretario del Pdl Angelino Alfano, per il quale le parole del leader del Pd sono “le stesse parole ostinate, chiuse, fuori dalla realtà dei numeri del Parlamento, che l’onorevole Bersani ripete da 36 giorni“.
Alfano ha quindi confermato la sua “disponibilità a collaborare nell’interesse dell’Italia”, ma, ha aggiunto, “se Bersani vuole occupare tutte le istituzioni, non c’è alcuno spazio per il dialogo. E ovviamente, se questo stallo prosegue perchè il Pd pensa più alla fazione che alla nazione, c’è solo la strada delle urne già a giugno prossimo”. Oggi intanto hanno iniziato il loro lavoro i dieci “saggi” voluti da Napolitano, che cercheranno di facilitare la formazione di un nuovo governo, come chiesto loro proprio dal capo dello Stato. Il Quirinale, in una nota, ha precisato che ci vorranno loro tra otto e dieci giorni “per essere utili”, ma i due gruppi di lavoro non “indicheranno un tipo o un altro di soluzioni di governo. Indicheranno quali sono, rimettendo un pò al centro dell’attenzione problemi seri, urgenti e di fondo del paese, le questioni da affrontare“.
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