Il segretario del Pd Pierluigi Bersani, alla vigilia delle consultazioni al Quirinale, ha spiegato: “La nostra proposta politica resta quella votata dalla direzione del Pd. Poi naturalmente spetta al capo dello Stato decidere“. Oggi alle 10 inizieranno le consultazioni al Colle, con il presidente del Senato Piero Grasso, e termineranno giovedì alle 18 con il Pd. Il segretario democratico confida quindi di poter essere il premier incaricato da Napolitano a formare un nuovo governo, ma la sua determinazione non coinvolge tutti nel partito, che oggi ha dovuto fare i conti con qualche spaccatura al suo interno anche per l’elezione dei capigruppo di Camera e Senato.
A Montecitorio è stato eletto Roberto Speranza, 34 anni, mentre a Palazzo Madama Luigi Zanda, in seguito al rifiuto di Dario Franceschini e Anna Finocchiaro a una proroga del loro incarico. Bersani ha così commentato la scelta dei nuovi capigruppo: “L’elezione di questi capigruppo segnala molto bene quello che abbiamo in mente: al Senato una personalità d’esperienza e di grande capacità, alla Camera uno dei più giovani capigruppo della storia del paese. Stiamo cercando di far girare la ruota, valorizzare le esperienze e utilizzare le nuove forze“. Zanda è diventato capogruppo per acclamazione, con un voto per alzata di mano in cui vi è stato un solo astenuto; per Speranza, invece, il segretario aveva proposto a inizio riunione il voto palese, ma Luigi Bobba ha chiesto e ottenuto il voto segreto, come da regolamento.
Il capogruppo alla Camera è stato quindi eletto con 200 voti: hanno votato 284 deputati su 293 aventi diritto, e ci sono state 53 schede bianche, 6 nulle e 25 voti dispersi. La divisione interna al partito sul nome di Speranza sarebbe dipesa, da una parte, dal fatto che è un deputato di prima nomina, mentre alcuni avrebbero voluto come capogruppo qualcuno di più esperto, dall’altra dal fatto che egli è un “bersaniano”, e ciò avrebbe spinto soprattutto “renziani” e deputati ex Margherita a mettersi di traverso alla sua elezione. Speranza, una volta eletto, si è rivolto ai deputati democratici dicendo: “Dobbiamo ridare dignità alla politica” e “lavorare pensando ai problemi del Paese“.
Zanda, invece, ha ringraziato il segretario Bersani “per il lavoro che sta svolgendo” e poi i vicepresidenti uscenti Finocchiaro, Latorre e Casson, e ha parlato di “valorizzare il lavoro delle commissioni parlamentari e lavorare anche di più in aula“, aggiungendo: “Negli ultimi anni il Parlamento ha lavorato male. Ha passato troppo tempo a convertire decreti legge. E’ tempo di riscoprire e valorizzare il lavoro nelle commissioni parlamentari“. Il neo-capogruppo al Senato, intervenendo in serata a “Otto e mezzo”, su La7, ha inoltre fatto sapere di essere pronto a votare per l’ineleggibilità di Berlusconi: “Ho detto più volte che Berlusconi per me è ineleggibile. Quando sarà il momento i senatori del Pd decideranno, ma se io sarò in giunta voterò per l’ineleggibilità” ha affermato.