L’annuncio della ricandidatura al ruolo di premier di Silvio Berlusconi non è passato inosservato nel mondo politico, così, mentre il centrosinistra si prepara ad affrontare lo scontro elettorale con il rivale ancora una volta, le critiche più dure all’ex Presidente del Consiglio giungono dal suo stesso partito, il Pdl, in particolare dall’ex “fedelissimo” Giorgio Stracquadanio.
In un intervista al Corriere della Sera, il parlamentare ha affermato di aver scritto a Berlusconi e al Capogruppo Cicchitto per avvisarli che avrebbe abbandonato il partito, per passare al gruppo misto. A questo proposito ha dichiarato infatti: “Berlusconi è al tramonto e la sua ricandidatura è la conferma che il Pdl non esiste”.
Stracquadanio ha poi voluto spiegare le motivazioni del suo gesto: “Mi sarei aspettato che il Cavaliere usasse la sua forza per dar vita a un progetto liberale, invece tutto resta in continuità con gli errori del passato”.
Usa parole dure nei confronti di Berlusconi, ma anche dell’ex ministro dell’Economia Tremonti, “entrambi corresponsabili della mancata rivoluzione liberale”, mentre si addolcisce leggermente pensando ad Alfano, del quale dice: “è un bravo ragazzo, ma come avrebbe detto il Berlusconi di un tempo è uno che vive di politica, non per la politica. La sua biografia era il prodromo della sconfitta”.
Su quest’ultimo punto le considerazioni di Stracquadanio non si discostano molto da quelle di Berlusconi, il quale ha rilasciato al Quotidiano Nazionale la seguente dichiarazione: “Torno in pista per salvare il Pdl”. Quanto ad Alfano, presente anche lui durante l’intervista, in occasione dell’uscita dell’ultimo libro di Bruno Vespa, ha così confermato: “Il candidato è lui. Io resto solo il segretario del partito”.
Il segretario del PD Pier Luigi Bersani, nel corso di un’assemblea del partito a Roma, commentando la ricandidatura di Berlusconi, ha invece dichiarato: “Nei prossimi mesi dovremo risvegliare in Italia una ragionevole fiducia. Mettendoci all’attacco. Quale risparmiatore dovrebbe aver fiducia nell’Italia davanti a liste di fantasia, partiti per procura, leadership invisibili e senza controllo o agghiaccianti ritorni?”.