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Berlusconi non si candiderà come premier

Berlusconi non si candiderà come premier

Una giornata piena quella di ieri per l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: prima il vertice con coordinatori e capigruppo del suo partito per fare il punto sulla debacle delle elezioni; poi le dimissioni di Bondi da coordinatore nazionale, prontamente respinte; infine il summit dei leader del Ppe a Bruxelles.

“Non so se mi ricandiderò”, aveva detto ai giornalisti uscendo da Palazzo Grazioli al termine della riunione con i suoi. Da Bruxelles, invece: “Io premier? Lo escludo”.

Non intende dunque ripetere l’esperienza “del predellino”, ma annuncia nuove proposte politiche. Pochi i dettagli: rientrata l’idea di azzerare l’organigramma del partito sostituendo lo stato maggiore pidiellino, Berlusconi ventila l’ipotesi di un nuovo soggetto politico basato sull’esperienza del Ppe, di cui fa parte anche Casini, nell’intento di coinvolgere il leader centrista “per il bene dei moderati”. In quest’ottica vanno considerate anche le dichiarazioni su Luca Cordero di Montezemolo: “Se scende in politica non potrà che stare con i moderati”. Il leader di Italiafutura infatti aveva fatto sapere, tramite una lettera pubblicata dal Corriere della Sera, che l’associazione, nata alla scopo di presentare analisi e proposte concrete riguardo la situazione critica in cui versa il Paese, potrebbe entrare in politica nel 2013 e che lui potrebbe non esserne il candidato da presentare alle elezioni.
Cerca nuove alleanze, Berlusconi, convinto che le ragioni della disfatta siano da ravvisare nella mancata unità dei partiti di centrodestra, al contrario del centrosinistra che avrebbe invece secondo l’ex premier, l’attitudine ad unirsi per le elezioni, per poi rimettersi a litigare subito dopo. Non così Luca Cordero di Montezemolo, il quale sostiene con chiarezza di non essere interessato a fare “vecchia politica” e che non intende cominciare proprio ora a “parlare di contenitori piuttosto che di contenuti”. Tuttavia la sua posizione molto critica nei confronti del precedente governo e del panorama politico attuale in generale, non sembrerebbe lasciare spazio ad eventuali sodalizi con il Pdl, tanto più che le tensioni all’interno del partito sono ben lungi dall’essere appianate.

“Tornare tra la gente, siamo stati chiusi per troppo tempo nelle nostre stanze”, è questa la ricetta di Claudio Scajola, che propone di ripartire da zero, con un nuovo soggetto politico e un nuovo progetto. Posizione abbracciata da Giancarlo Galan, che rincara la dose chiedendo facce nuove, persone giovani che abbiano credibilità per investire in un programma innovativo e una forma diversa di partito perché, dice, “le tessere non vanno bene da noi”.

Il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto invece rinnova l’appoggio al segretario Angelino Alfano, che reputa la personalità politica adatta a traghettare il partito fuori dalle difficoltà. Anche per Matteoli la soluzione non sarà Montezemolo.

Questa mattina poi è emersa l’ipotesi di liste civiche nazionali guidate dall’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, senza alcun politico, ma ricche di nomi nuovi, selezionati fra imprenditori, professionisti e giovani del vivaio della Ppe. Pare se ne contino già circa 300 e che Berlusconi li abbia incontrati personalmente ad uno ad uno lunedì scorso in gran segreto, ma attualmente si parla solo di voci, sebbene molto pressanti.

Di certo al momento dunque c’è solo la necessità di cambiamento, molto sentita nel partito come nell’elettorato, e la promessa da parte di Berlusconi e Alfano di una nuova proposta, che sarà pronta “molto presto”.

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