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Attentato a Monaco di Baviera, suicida il killer

Attentato a Monaco di Baviera, suicida il killer

Sono attualmente in corso le indagini su Ali Sonboly, il diciottenne di origine iraniana che viveva con i genitori a Maxvorstadt, nella periferia di Monaco, che si è suicidato con un colpo alla testa dopo aver compiuto una terribile strage nel centro commerciale Olympia costata finora la vita a dieci persone con un bilancio che potrebbe essere aggiornato a causa dell’elevato numero di feriti che versano in gravi condizioni. Il suo cadavere è stato rinvenuto a circa un chilometro dal luogo della carneficina e gli agenti hanno ispezionato il corpo con un robot nel timore che potesse contenere esplosivi.

Monaco

Secondo quanto emerge dagli ultimi accertamenti, il ragazzo era stato vittima di bullismo e prima di compiere la carneficina un video diffuso sul web ha immortalato Sonboly impegnato in una botta e risposta in dialetto bavarese con una persona che si trovava su un balcone di un palazzo adiacente al centro commerciale e dopo i tremendi insulti xenofobi che sono stati rivolti al ragazzo quest’ultimo, che era stato in cura per anni, avrebbe affermato: “A causa tua sono stato vittima di bullismo per sette anni e adesso devo comprare una pistola per spararti“.

Il procuratore capo della polizia di Monaco, Thomas Steinkraus ha dichiarato inoltre che Ali Sonboly ha agito da solo e che tra i preparativi per mettere a punto il suo piano figura anche la violazione del profilo Facebook di una terza persona, registrata come Selina Akim, per pubblicare il finto annuncio nel quale offriva cibo gratis in un ristorante della famosa catena McDonald vicino al centro commerciale Olympia per attirare un gran numero di persone nella zona dove aveva intenzione di compiere la strage. Esclusa quindi la matrice jihadista in questo terribile gesto, che era la più accreditata in seguito all’agghiacciante testimonianza di una donna che aveva affermato di aver udito l’uomo armato gridare Allah Akbar mentre sparava sulla folla.

Ulteriori accertamenti e sopralluoghi effettuati a casa del killer per confermare l’assenza dell’eventuale legame del ragazzo con organizzazioni terroristiche hanno portato alla luce diverso materiale legato alle stragi ed un libro dal titolo Furia nella testa: perché gli studenti uccidono, a testimonianza del legame di questo gesto con quello compiuto cinque anni fa da Anders Breivik a Utoya, costato la vita a 69 persone.

Mentre proseguono le indagini negli ambienti frequentati dal ragazzo per avere la conferma definitiva che il ragazzo abbia agito da solo come il rifugiato afghano diciassettenne che lo scorso lunedì ha ferito quattro persone su un treno vicino Wurzburg, una giornata di lutto nazionale è stata proclamata in Baviera, in memoria delle vittime. Il presidente del Land ha dato disposizione che in tutti gli edifici pubblici vengano esposte bandiere a mezz’asta, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel ha espresso il proprio cordoglio e la propria vicinanza alle famiglie delle vittime e sempre in conferenza stampa ha dichiarato: “Comprendo chi adesso, dopo questo orribile attacco, dopo questa serata e questa notte di orrore, non si sente più sicuro e si domanda come fare a sentirsi di nuovo tale“.

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