Esiste anche il censimento spaziale ed ora, la minaccia alla Terra, da parte degli asteroidi è stata quantificata dalla NASA grazie al satellite Wise (Wide-field Infrared Survey Explorer), lanciato nel 2009 e che scruta il cielo nella radiazione infrarossa. Ebbene, Wise ha decretato che sarebbero almeno 4700 gli asteroidi Pha (Potentially Hazardous Asteroids), quelli cioè potenzialmente rappresentanti una minaccia per il nostro Pianeta.
La maggior parte degli asteroidi risulta essere composta da elementi di tipo roccioso e, in caso di impatto con la Terra, la loro grandezza sembra essere sufficiente per arrecare seri danni. Così, dopo aver osservato galassie lontane, gli astrofisici hanno ben pensato di indirizzare la loro attenzione verso obiettivi più vicini, ma ugualmente importanti, in modo da avviare una nuova missione chiamata “Neowise” (dove Neo sta per Near Earth Object).
Lo scopo della missione era quello di individuare la popolazione dei piccoli corpi che aleggiano nel circondario della Terra, disegnando una mappa che mostrasse dove si trovano. Gli asteroidi Pha “diventano pericolosi” nel momento in cui le loro orbite, diverse da quelle degli oggetti rientranti nella fascia spaziale tra Marte e Giove, arrivano ad una distanza inferiore agli 8 milioni di chilometri dalla Terra. Altra caratteristica che renderebbe tali asteroidi allarmanti è la loro dimensione. Un corpo avente una lunghezza di 100 metri si presenterebbe abbastanza massiccio ed in grado di sopravvivere alla disintegrazione nella nostra atmosfera, essendo poi in grado di causare disastri su scala regionale o continentale.
Dei 4700 asteroidi rilevati, almeno il 30% risulta essere stato individuato. Si tratta di corpi che si collocano su un’orbita con un’inclinazione minore rispetto a quella della Terra e spesso appaiono anche più luminosi. La spiegazione dell’anomala collocazione di un siffatto tipo di asteroide starebbe nel fatto che esso sarebbe nato dall’impatto di due asteroidi appartenenti alla fascia tradizionale.
“Li stiamo osservando con molta attenzione, ma non c’è da avere paura” ha dichiarato Amy Mainzer, astronomo del Jet Propulsion Laboratory della Nasa. Perché, sebbene gli asterodi Phs hanno maggiori possibilità di scontrarsi con il nostro Pianeta, sono anche più facilmente raggiungibili dalla missioni spaziali che si stanno approntando per poterli esplorare in maniera più diretta.