E alla fine Angelino Alfano, presidente di Alternativa Popolare, nonché Ministro degli Esteri, ha deciso di denunciare autori e conduttori di Gazebo per diffamazione in sede civile e penale a causa di una vera e propria “campagna diffamatoria andata avanti per anni”.
L’annuncio è arrivato attraverso un comunicato di Ap.
Ieri, con i soldi degli italiani -due milioni e mezzo di euro per il 2017!- si è consumata la consueta diffamazione. Quel che è più grave è che essa è stata perpetrata da parte del servizio pubblico. Il presidente di Alternativa Popolare, Angelino Alfano, annuncia, dunque, di avere dato mandato ai propri legali per denunciare autori e conduttori di Gazebo in sede civile e in sede penale. Alla denuncia Alfano allegherà i riferimenti diffamatori a lui rivolti durante gli ultimi tre anni di puntate televisive di Gazebo, per dimostrare ciò che sarà facile dimostrare: non si è trattato di un singolo atto diffamatorio – che sarebbe stato comunque grave – ma di una intera campagna diffamatoria durata anni a spese del contribuente e con una pervicacia diffamatoria che rende plateale il dolo, l’intenzionalità, la tenace volontà di creare un danno alla persona e all’area politica che rappresenta. Il punto è reso ancor più grave dall’enorme sproporzione che vi è, all’interno del servizio pubblico, tra lo spazio dedicato alla diffamazione da questa trasmissione e lo spazio dedicato alla informazione, in altre trasmissioni Rai, sulla medesima area politica e sulla stessa persona che la rappresenta. Infine, è stata la stessa Rai 3, pochi giorni fa, a sottolineare che tale trasmissione è un mix tra informazione e satira, con questa frase contenuta nella nota che era stata diffusa e che riportiamo qui fedelmente: ‘… programma caratterizzato dal mix di satira e informazione che ne definiscono l’identità… Quindi se è già stato ampiamente superato il confine della satira traducendosi in diffamazione, a maggior ragione tutto ciò nulla ha avuto a che fare con l’informazione. Ultima considerazione amara: questa diffamazione non può che essersi svolta con la azione o la dolosa e persistente omissione di una intera catena di comando che, dalla rete sino ai vertici massimi, ha consentito questi abusi. Anche costoro, nei limiti del legalmente consentito, saranno, da Alfano, chiamati a rispondere sia nel giudizio civile che nel giudizio penale. Alfano fa presente, infine, di essere giunto a questa amara determinazione dopo tre anni di paziente sopportazione di questo scempio che ha fatto il servizio pubblico, nella speranza che vi fosse un operoso ravvedimento nella diffamazione.
Immediata, è stata la replica di Gazebo che è arrivata sul profilo Twitter della trasmissione dove è stato pubblicato il comunicato di Ap. Poi si è passati alla replica. Nel classico stile Gazebo.
‘pervicacia‘, abbinata all’hashtag #gazebo e al retweet del messaggio inviato dall’account del programma è stata la replica arrivata da Zoro-Diego Bianchi.