Addio a Paolo Villaggio: l’attore si è spento al Policlinico Gemelli di Roma. Aveva 84 anni.
A dare la notizia, la figlia Elisabetta con un post su Facebook
Ciao papà, ora sei di nuovo libero di volare
Scrive accanto a una foto che la ritrae accanto al padre, giovanissimo, che tende le mani a lei e al fratello Pierfrancesco. Con Paolo Villaggio, nato a Genova il 30 dicembre 1932, se ve una della maschere del cinema italiano: l’attore, che ha lavorato in tv e al cinema, è sempre stato identificato con il ragionier Ugo Fantozzi, creazione letteraria e poi cinematografica, maschera dell’italiano medio della piccola borghesia umiliato, che nel 1974 inaugura il sodalizio artistico con Luciano Salce.
“Quintessenza della nullità” Fantozzi diventa il protagonista di una serie di più o meno pellicole distribuite nel corso degli anni, ma all’attività di attore Paolo Villaggio associa anche la carriera di scrittore satirico, cominciata proprio con un libro su Fantozzi.
Amico di gioventù di Fabrizio De Andrè con cui ha scritto anche diverse canzoni (tra cui Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers), ha alternato al cabaret la televisione e al cinema è stato anche notato per ruoli più drammatici (La leggenda del bosco vecchio per Ermanno Olmi), ha lavorato con Lina Wertmuller (Io speriamo che me la cavo), Monicelli (Brancaleone alle Crociate e Cari fottutissimi amici). È stato premiato con il Leone alla carriera a Venezia nel 92, ma nel corso degli ultimi anni il cinema italiano sembra averlo dimenticato come aveva denunciato solo qualche tempo fa in una recente intervista sua figlia Elisabetta.
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