Il piano Trump, concepito affinché gli Stati Uniti potessero “prendere il controllo” di Gaza durante il cessate il fuoco tra Israele e Hamas respinto da alleati e avversari, non ha sortito gli effetti sperati. Hamas ha condannato il piano di Trump, definendolo “un crimine contro l’umanità e un rafforzamento della legge della giungla a livello internazionale”.
Il gruppo terroristico designato da Stati Uniti e Israele ha affermato di chiedere “un’azione regionale e internazionale urgente per porre fine a questi piani malevoli, perché qualsiasi tentativo di attuarli destabilizzerà la sicurezza nella regione e oltre”.
“Chiediamo ai mediatori, in particolare agli Stati Uniti, di obbligare l’occupazione [Israele] a implementare l’accordo di cessate il fuoco nelle sue tre fasi senza procrastinare o manipolare, poiché siamo impegnati a implementare l’accordo finché l’occupazione lo rispetta, e qualsiasi manipolazione nell’implementazione dell’accordo potrebbe causarne il crollo”, ha affermato in una dichiarazione Basem Naim, alto funzionario politico di Hamas.
I partner americani in Medio Oriente respingono il piano di Trump per Gaza
Anche le potenze regionali, tra cui gli alleati americani che avevano già respinto le precedenti proposte di Trump di trasferire in altri Paesi gli oltre 2 milioni di palestinesi di Gaza, si sono espresse contro i piani ribaditi dal presidente degli Stati Uniti martedì.
Il ministero degli Esteri egiziano ha sottolineato l’importanza di una soluzione a due stati per creare una nazione palestinese: niente piano Trump per ora
Anche i paesi al di fuori del Medio Oriente hanno reagito rapidamente alla proposta di Trump. “La Francia ribadisce la sua opposizione a qualsiasi spostamento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale, un attacco alle legittime aspirazioni dei palestinesi, ma anche un ostacolo importante alla soluzione dei due Stati e un importante fattore di destabilizzazione per i nostri stretti partner Egitto e Giordania, nonché per l’intera regione”, ha affermato mercoledì in una nota il portavoce del ministero degli Esteri francese Christophe Lemoine.
Mercoledì, durante una sessione parlamentare, il primo ministro britannico Keir Starmer ha ribadito il sostegno della Gran Bretagna alla soluzione dei due stati, quando gli è stato chiesto del piano Trump. Insomma, al momento nulla da fare per la proposta pervenuta dagli Stati Uniti. Staremo a vedere nel corso dei prossimi giorni se verrà rielaborata o cestinata, nel tentativo di trovare nel più breve tempo possibile la soluzione all’atroce disputa in corso da troppo tempo tra Isreale e Palestina in questi anni.