Sta facendo clamore il fenomeno del momento portato alla ribalta da Elisa Esposito, una ragazza che su tiktok dice di aver cominciato “per gioco” a voler estremizzare il dialetto milanese divenendo subito virale in poco tempo. Meriti? Probabilmente il fatto che sia considerata sia bella che stupida ha giovato a suo favore, plus il fatto che i ragazzini sembrano calcare il fenomeno di buon grado e la parlata con il famoso corsivo impazza sui social. Siamo però davvero sicuri che tutto questo culturalmente è quello di cui avevamo bisogno adesso? Ovviamente no.
I tabloid hanno marciato su questo fenomeno tant’è che siamo certi le vostre pagine principali dei social sono piene di video di tutti i tipi che ne prendono spunto. Il fenomeno non è rimasto relegato solo all’internet, ma ha raggiunto anche qualche nota rete televisiva come La7 ad esempio dove la Esposito ha fatto qualche ospitata, perché in questo Paese ormai sembra che tutto quello che andrebbe ignorato e dimenticato, debba per forza essere esalato allo stremo rendendo una cosa stupida ancora più stupida nella vana speranza di strappare qualche sorriso a tutti i costi. Ora non sappiamo quanti di voi realmente ridono sentendo questo linguaggio che supera i limiti della misofonia, ma sappiate che probabilmente se ne seguite le orme forse qualche problema ce l’avete. Tra l’altro non è nemmeno una novità totale perché i giovani più cresciuti ricorderanno il linguaggio farfallino, soprattutto le giovani, oppure il comico Enrique Balbontin con il suo “SAVOOONEESE” ma sono figli di tempi dove non tutto veniva esaltato all’inverosimile.
La buona notizia è che negli ultimi giorni è spuntato un video dove Elisa Esposito sembra essere ospite di RDS dove nel programma next il conduttore esalta il vuoto cosmico a cui stiamo dando tutti importanza in queste settimane, compresi noi che siamo qui a parlarvene. La “trappola” scatta quando la Esposito inizia a leggere dei versi tratti dalla famosissima opera letteraria di Dante Alighieri “La Divina Commedia”, nella speranza che non venga messa a leggere in corsivo altre importanti opere letterarie perché altrimenti stiamo davvero messi male. Il conduttore la interrompe quasi subito chiedendole “sai chi è questo?” e come risposta riceve un “No, prima che dico cavolate”… le cavolate le sta dicendo da quando ha cominciato sta cosa del corsivo ed al tempo stesso in quella risposta, perché non bisogna certo pretendere che si conosca la Divina Commedia come Benigni, ma quantomeno conoscerne l’autore o come opera in sé è un vuoto culturale figlio di questo paese alla deriva.