Che cos’hanno in comune Rita Pavone, interprete di Datemi un martello (per citare uno dei suoi successi) e i Pearl Jam, storico gruppo (ex grunge) statunitense?
Apparentemente nulla, ma a scatenare la polemica contro la band americana, è stata proprio la cantante italiana. Tutto comincia in occasione del concerto dei Pearl Jam del 26 giugno all’Olimpico a Roma: un successo annunciato nel corso del quale la band ha fatto scorrere, la musica di Imagine un messaggio rivolto al governo italiano in tema di immigrazione con la campagna hashtag per la campagna #Apriteiporti e #Saveisnotacrime, “salvare non è un crimine”.
Una commento sulle politiche d’immigrazione italiane, quello della band statunitense, che non è affatto andato giù alla cantante.
Della serie: ma farsi gli affari loro, mai?!
Questo è stato il messaggio della cantante su Twitter che ha scattato un vespaio di polemiche considerando anche i molti che l’hanno accusata di xenofobia.
Ai Cip e Ciop che prendono lucciole per lanterne e sparano bordate idiote solo per darsi un contegno da chi conosce il mondo a menadito e magari non è mai andato al di là dei 200 km da casa propria, rispondo che ritengo poco etico e altamente opportunistico approfittare di un proprio concerto per dare consigli, pur cantando una meravigliosa canzone ad altri. Se ci tieni a dire la tua , fai un concerto ad hoc per quella causa. Come fecero con Live Aid Michael Jackson è tantissimi altri.
E il mio: ” Ma farsi gli affari loro, no?” era inteso come: Con tutte le rogne che hanno a casa loro negli USA, vengono a fare le pulci a noi? Puoi essere il più grande artista del mondo, ma ciò non toglie che sei un ospite e come tale dovresti comportarti. Amen.
Ha chiarito Rita Pavone sui social commentando la sua posizione e consigliando a tutti di guardare prima di problemi del proprio paese prima di intervenire sui problemi altrui.
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