Saranno i ballottaggi del 19 giugno a decidere i sindaci delle principali città italiane dove si è andati alle urne domenica 5, come Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli e Trieste, e con la sola eccezione di Cagliari, dove il sindaco uscente Massimo Zedda, di Sel ma sostenuto dall’intero centrosinistra, è stato riconfermato al primo turno con il 50,9 % dei voti. Il dato più rilevante, però, è probabilmente il successo del Movimento 5 Stelle nella Capitale, con Virginia Raggi al 35,25%, il Movimento primo partito e il Pd che perde oltre nove punti dal 20, mentre Forza Italia si ferma al 4,2% dal 13,5 % delle precedenti consultazioni comunali. La Raggi si troverà ad affrontare al ballottaggio Roberto Giachetti, del Pd, che è arrivato al 24,879%, poco sopra, quindi, Giorgia Meloni, sostenuta da Lega e Fratelli d’Italia, che ha preso il 20,64%, seguita poi da Alfio Marchini, sostenuto da Forza Italia e da altre liste, che si è fermato al 10.97%, mentre Stefano Fassina (Sinistra per Roma e Lista Civica per Fassina sindaco) è arrivato al 4,47%.
Bene il M5S anche a Torino, dove la loro candidata, Chiara Appendino, ha ottenuto il 30,92% dei consensi, rimanendo comunque oltre dieci punti sotto il sindaco uscente, Piero Fassino del Pd ( al 41,83 %), che sfiderà dunque al ballottaggio. E’ invece testa a testa a Milano tra i due principali candidati, Giuseppe Sala del Pd (41,69 %) e Stefano Parisi, sostenuto da Forza Italia e Lega Nord (40,77 %), mentre Gianluca Corrado, del Movimento 5 Stelle, si è fermato al 10,06%. A Napoli, il sindaco uscente Luigi De Magistris, con il 42,82 % dei voti, andrà invece al ballottaggio contro Gianni Lettieri, di Forza Italia (23,98%), che ha superato di poco la candidata del Pd Valeria Valente, fermatasi al 21,15%.
Il premier Matteo Renzi ha commentato i risultati delle elezioni, ammettendo: “Il Pd? Noi non siamo contenti. Non siamo come gli altri che indossano il sorriso di ordinanza, volevamo fare meglio soprattutto a Napoli, dove c’è il risultato peggiore del Pd. Giachetti a Roma ha fatto un mezzo miracolo. Onore al merito, è stata una campagna molto molto difficile e ora c’è, è in campo. Se la giocherà al ballottaggio“, e spiegando che comunque il successo del Movimento 5 Stelle “era abbastanza previsto”. Renzi ha però anche rivendicato: “Occhio ai numeri, nella stragrande maggioranza dove si è votato il Pd sta sopra il 40%, che è un risultato. Certo dopo il ballottaggio porrò il problema di Napoli, farò una proposta, credo una soluzione commissariale per ripartire da zero”. Secondo il premier, comunque, le elezioni amministrative non sono un test nazionale, e non c’entrano con il referendum sulla riforma costituzionale di ottobre, perché “sono partite profondamente diverse“, e, ha spiegato, “la mia opinione, poi anche i miei amici non la pensano allo stesso modo, è che gli italiani che votano contro il sistema e l’estabilishment devono votare sì al referendum”.
Dal Movimento 5 Stelle, invece, Luigi Di Maio è andato direttamente all’attacco del premier, scrivendo su Facebook: “Non ho mai visto il presidente del Consiglio dei ministri così imbarazzato come oggi in conferenza stampa. I cittadini gli hanno restituito il “ciaone” e lui finge di nulla“. Sempre dal M5S, per Virginia Raggi quello da lei conseguito a Roma “è un risultato storico. Il 19 giugno bisognerà completare ciò che abbiamo iniziato, sarà l’occasione per riscrivere insieme, definitivamente, il futuro della nostra città“. Il suo avversario nella Capitale, Roberto Giachetti, vorrebbe ora avere un confronto pubblico con lei, come già le aveva chiesto, senza esito, in campagna elettorale, ma si è detto comunque soddisfatto del risultato, negando ogni accordo con Marchini in vista del ballottaggio e spiegando: “Abbiamo fatto un grandissimo lavoro, straordinario se pensiamo al punto di partenza. Solo qualche mese eravamo quarti secondo la maggior parte dei sondaggi, ora si azzera tutto e lo dico a chi pensa di aver già vinto. Io intendo giocarmela fino alla fine”.