Con una chiara battuta in riferimento a quella che è la profezia Maya, secondo la quale oggi 21 dicembre 2012 avremmo dovuto assistere inermi alla fine del mondo, il presidente del Consiglio Mario Monti ha detto: “Un anno fa questo governo era al varo, oggi invece, non per colpa della profezia Maya, dovremo terminare il ruolo”. Il Premier ha preso la parola al termine della messa di Natale, celebrata per i dipendenti di Palazzo Chigi nella Sala Verde di Palazzo Chigi. Alla messa, officiata da monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare di Roma e cappellano di Montecitorio, Monti ha insieme alla moglie e ha pertanto ringraziato i dipendenti “per tutto il lavoro svolto“, augurando poi buon lavoro per il futuro.
Una volta terminato il Consiglio dei ministri che è stato convocato per questa sera alle 19.00, Mario Monti ha dichiarato la sua intenzione di salire al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sebbene, in ordine alla tempistica, delle fonti governative dichiarano che tale programma potrebbe subire delle variazioni.
L’intenzione di Monti di dimettersi subito dopo il voto alla Legge di Stabilità, atteso per oggi, era stato annunciata anche in un comunicato diffuso lo scorso 8 dicembre, proprio al termine dell’incontro con il presidente Giorgio Napolitano al Quirinale. Come era possibile evincere dalla lettura della nota, subito dopo l’approvazione del provvedimento di Stabilità, “il Presidente del Consiglio provvederà, sentito il Consiglio dei ministri, a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica”.
Secondo quanto si apprende nel corso delle ore che avanzano, i gruppi parlamentari sarebbero già stati preallertati per effettuare un giro di consultazioni domani mattina con il Capo dello Stato. Domenica, poi, Monti potrebbe finalmente sciogliere le riserve sul suo futuro politico (candidatura sì-candidatura no) nella conferenza stampa di fine anno convocata per le ore 11:00, come comunicato dall’Ordine nazionale dei Giornalisti.