E’ stata accertata dalla Procura di Palermo l’origine dolosa dell’incendio divampato domenica 29 luglio nella discarica Bellolampo, sita sulla collina vicino alla città. La tesi, avvalorata dalla testimonianza del comandante dei Vigili del fuoco, Gaetano Vallefuoco, trova la sua principale conferma nella scoperta del terzo focolaio, presso la prima vascadi accumulo rifiuti. I primi due erano stati rinvenuti rispettivamente vicino alla quarta e alla quinta vasca.
L’area colpita è molto vasta, 120mila metri quadrati, e l’attività per riportare la zona in condizioni di sicurezza è frenetica: impossibile intervenire unicamente con l’acqua, l’obiettivo, afferma Pietro Lo Monaco, dirigente della Protezione civile, è quello di ricoprire i rifiuti in fiamme con uno strato di almeno 80 centimetri di terra.
Tutto il personale dipendente della discarica è stato incaricato di provvedere ad effettuare barriere tagliafuoco e lavori di prevenzione, affinché le fiamme non si estendano ai settori ancora integri. La Protezione civile ha consentito di riunire i rifiuti non interessati dal fuoco presso un unico punto di raccolta, dal quale nelle prossime ore verranno prelevati per essere trasferiti in altre discariche autorizzate.
Le operazioni di trasporto terra sono state effettuate grazie all’impiego di 8 camion, per un totale di circa 3.200 tonnellate. Da lunedì scorso sono inoltre al lavoro due escavatori, una pala gommata per il movimento della terra, 9 autocarri ribaltabili, due iBomag da 30 e 60 mc., tre pale cingolate e un compattatore da discarica, utilizzato come apripista e per gli interventi tagliafuoco.
Nella giornata di oggi è previsto anche l’arrivo dei canadair.
Intanto l’Amia, la società responsabile della discarica, ormai commissariata da molti mesi dal Ministero dell’Economia, ha fatto una prima stima dei danni, che si aggira sui 2 milioni di euro. I danni più gravi riguardano le condutture di biogas, liquefatte dal calore intenso e le numerose linee elettriche distrutte, ma risultano fuori uso anche il ripetitore telefonico e la torre faro che illumina le vasche.
Il maxi-incendio ha sollevato la questione della gestione commissariale, considerata inadeguata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando sin dal primo giorno del suo insediamento.
A proposito della vicenda, il sindaco Orlando ha dichiarato:
“Sulla gravissima situazione dell’Amia e della sua crisi gestionale di cui la vicenda di Bellolampo è l’emblema, riferirò al Consiglio Comunale, quale organo rappresentativo di tutti i cittadini, sulle iniziative che ho deciso di assumere nei confronti del Governo nazionale”.
Il rischio più grande resta comunque quello relativo alla diossina che viene sprigionata dalla combustione dei rifiuti, ma il dato relativo all’inquinamento da diossina verrà reso disponibile solo nei prossimi giorni.
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