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Paolo Borsellino, 20 anni fa la strage di via D’Amelio

Paolo Borsellino, 20 anni fa la strage di via D’Amelio

Una morte mai dimenticata e che, ancora oggi, dopo ben 20 anni, risuona come l’uccisione di un eroe che mai ha avuto paura di un sistema organizzato come Cosa Nostra, ma che anzi ha sempre cercato di sconfiggere in nome della giustizia. Il 19 luglio 1992 la Mafia uccideva il giudice Paolo Borsellino. Insieme a lui morivano anche gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Ricordiamo che l’attentato seguì di due mesi la strage di Capaci, in cui fu ucciso il giudice Giovanni Falcone, segnando uno dei momenti più tragici nella lotta alla Mafia. Oggi Palermo, e l’italia intera, ricordano il magistrato mentre il dibattito sulla presunta trattativa tra Stato e Cosa Nostra diventa sempre più rovente. Migliaia sono le persone giunte nel capoluogo siciliano, dove si ritroveranno a sventolare un’agenda rossa. Quella agenda che il giudice portava sempre con sé e dove annotava i dati delle indagini e che mai venne ritrovata dopo l’attentato.

Il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia intervenendo ieri sera a Palermo alla commemorazione di Paolo Borsellino nel ventennale della strage, ha detto:

Abbiamo finalmente varcato l’anticamera della verità, ora siamo entrati nella stanza della verità. Pensavamo, però, di trovare una stanza illuminata, invece era buia. Qualcuno aveva sbarrato le finestre e qualcuno aveva fulminato le lampadine. Siamo da soli e con le candele.

Durante il suo intervento, più volte interrotto dallo scroscio degli applausi dei presenti alla conferenza Trattative e depistaggi organizzata da Antimafia, più volte il procuratore ha proferito la parola chiave: verità. Quella verità che ancora oggi, a distanza di un ventennio, purtroppo tace.

Leggendo in questi giorni i giornali con commenti illustri di giuristi, giornalisti e politici, ho notato che nessuno purtroppo vuole illuminare quella stanza buia della verità. C’è il perpetuarsi dell’allergia alla verità. Da parte della politica non è mai stato fatto un passo avanti per l’accertamento della verità.Vogliamo che nessuno dica alla magistratura di fare passi indietro sull’accertamento della verità. Per accertare la verità sulla strage di Borsellino prima ancora che domandarci chi uccise Paolo dobbiamo interrogarci sul perché Paolo è stato ucciso.

Perché? Era la stessa domanda che Paolo Borsellino si poneva sulla morte del suo collega, nonché caro amico, Giovanni Falcone. Ingroia ha detto:

In tutti noi che al tempo eravamo li’ in via d’Amelio c’era la consapevolezza che c’era qualcosa di anomalo in quella strage, di quasi unico che non si spiega solo con il fatto che Paolo era un nemico giurato di Cosa Nostra”. “Vent’anni sono tanti e troppi perché si accerti la verità su un fatto del genere”.

In serata, in Via D’Amelio, arriverà anche la fiaccolata organizzata da Giovane Italia che partirà alle 20:00 da piazza Vittorio Veneto. Parteciperanno, tra gli altri il segretario del Pdl Angelino Alfano, il coordinatore nazionale Ignazio La Russa, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il vice presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli e l’ex ministro della Gioventù Giorgia Meloni.

Oggi, al di là delle polemiche e dei perché, è giorno dedicato al ricordo di un Uomo. Palermo alle 16.58 si fermerà per ricordare il giudice Paolo Borsellino con un minuto di silenzio, presidi, fiaccolate, per celebrare uno degli eroi della nostra Italia.

Paolo Borsellino, 20 anni fa la strage di via D’Amelio

 

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