C’era un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui una laurea in medicina garantiva la certezza di un posto di lavoro molto ben retribuito. Oggi, se non si è parenti o amici di qualche barone, pure per i professionisti della sanità la strada è in salita e la precarietà può durare anche a lungo.
Giovanna, intervistata dal Fatto Quotidiano, afferma che un ospedale di Roma, tra pochi giorni, potrebbe lasciare disoccupati ben 250 medici, a cui ancora non è stato rinnovato il contratto di lavoro.
Sono moltissimi, ormai, i professionisti che lavorano con i contratti co.co.co.. I turni sono massacranti (anche 12 ore in un giorno), gli straordinari non vengono retribuiti. Per molti medici le ferie e la tredicesima diventano utopia. Gli stipendi sono miseri, se vengono rapportati al livello di competenze necessario a svolgere questa professione.
“Guadagno 2000 euro al mese, a ma a novembre ho percepito 550 euro – ha spiegato la dottoressa al Fatto. – Mi sono state già decurtate le addizionali per il prossimo anno e il conguaglio fiscale perché il sistema informatico ha percepito l’interruzione del contratto. È pazzesco: resterò disoccupata e dunque senza i soldi per mangiare e per l’affitto. Ma le tasse, proprio per questo, mi vengono fatte pagare in anticipo. Non posso che constatare – dice ancora Giovanna – che la Regione e lo Stato mi vogliono strangolare“.