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15000 soldati per l’offensiva turca in Kurdistan

15000 soldati per l’offensiva turca in Kurdistan

L’offensiva della Turchia contro i Curdi del Pkk continua e le 22 divisioni, per un totale di 15000 uomini, sono ormai entrate in territorio iracheno. Intanto Erdogan contatta il governatore della regione autonoma irachena del Kurdistan: “dobbiamo accordarci contro il comune nemico“.

Il presidente Abdullah Gul aveva promesso una vendetta veloce ed “enorme” all’indomani dell’uccisione di 24 soldati turchi nelle basi nel sud est del paese ad opera dei militanti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan. La lotta fra lo stato turco ed il Pkk dura ormai dal 1984 e sebbene il governo di Ankara consideri questi Curdi degli estremisti, nonché terroristi, loro invece si proclamano nazionalisti in cerca della liberazione delle proprie terre.

La forza inviata questa volta a distruggere le basi in territorio Iracheno è però la più vasta mai dispiegata, ben 15000 uomini addestrati alla guerriglia, armati fino ai denti e con l’appoggio dell’aviazione. Un rastrellamento in stile seconda guerra mondiale, ma se da quel conflitto noi italiani abbiamo imparato qualcosa è che la resistenza riusciva sempre a dileguarsi fra le montagne e proprio su una montagna, sul monte Kandil, i militanti del Pkk si nascondo ed anzi invitano i soldati a venire: “che vengano, siamo pronti ad accoglierli”. 

Intanto nelle piazze di Ankara gli studenti scendono in piazza e gridano spiegando bandiere e striscioni: “occhio per occhio, dente per dente. Vendetta! Vendetta!” Il premier Erdogan cerca di calmare gli animi ed assicura che con l’operazione terrestre ed i raid aerei dei giorni scorsi i responsabili verranno severamente puniti ed il Pkk imparerà che non conviene sfidare il governo Turco.

Gli animi però sono già esasperati e nel paese si registra una crescente tensione contro gli abitanti di etnia Curda, ben 15 milioni in Turchia. Così durante i funerali dei soldati caduti i cortei vengono fermati da gente che canta l’inno nazionale in mezzo alla strada e bandiere turche che sventolano in tutti i balconi della capitale.

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