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Cassazione: il padre ha diritto ad accudire i propri figli anche se la moglie è casalinga

Cassazione: il padre ha diritto ad accudire i propri figli anche se la moglie è casalinga

La casalinga è una lavoratrice, e come tale ha diritto ad essere aiutata.  È “illegittimo” e “viola” le norme sulla  alla famiglia e sulla maternità negarle permessi e congedi. Sentenza “storica” quella del Tribunale di Venezia che ha accolto il ricorso di un carabiniere al quale il Ministero dell’Interno aveva negato i permessi per accudire la figlia malata, giustificando la sua decisione con la  possibilità che la bambina potesse essere tranquillamente seguita dalla madre che era “solo casalinga”.

Ecco i fatti. Un poliziotto della questura di Venezia, dipendente nel settore amministrativo, aveva fatto richiesta al Ministero dell’Interno di poter usufruire sia dei permessi giornalieri, sia di quelli per malattia per poter accudire la propria figlia, che ha un handicap. Una possibilità che è difatti prevista nel “Testo Unico del 2001” come aiuto per le famiglie, in cui per l’appunto è prevista “la possibilità per il padre lavoratore di fruire dei riposi giornalieri o del congedo di malattia in alternativa alla madre”.

Il ministero dell’Interno però, aveva negato tale possibilità all’agente  motivando la sua decisione  con la possibilità che ad occuparsi della bambina dovesse essere la moglie, che è una casalinga, e alla quale quindi spettano le cure e non al marito che “non può sottrarre al suo lavoro ore o giorni interi” per stare vicino alla propria figlia. Ma ecco l’errore. Una casalinga è una lavoratrice a tutti gli effetti, anche se non è una lavoratrice dipendente ha il diritto ad usufruire degli stessi diritti delle altri lavoratrici, ciò significa che  siccome non gode di alcun permesso per la cura del proprio  figlio che presenta  seri problemi di salute , questi permessi di conseguenza vanno accordati al marito lavoratore dipendente.

Ed ecco quindi che il Tribunale di Venezia capovolge la questione ed accoglie il ricorso del poliziotto. Una sentenza di 5 pagine: “Il ministero ha compiuto un atto illegittimo a negare permessi e congedi, che infatti saranno risarciti nella misura di 9.750 euro,  pari ai numeri dei permessi e alle giornate di congedo negate”.

In pratica si tratta solo di una “giusta rilettura” della Legge, che appunto prevede che i diritti che la casalinga non possiede dal punto di vista lavorativo debbano essere concessi al “marito dipendente”. Una “rilettura” che ora creerà il precedente per tutti quei mariti che vorranno chiedere dei permessi per poter stare vicino alla propria moglie in periodo di maternità o per altre giuste cause.

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