L’atmosfera è quella della grande attesa mista ad ottimismo a Chicago, la città di Barack Obama. Dopo settimane d’ansia, nella roccaforte democratica è arrivato il momento della resa dei conti. Si toglierà il velo dai sondaggi e vi sarà spazio solo per la verità delle urne. Si spera di replicare il successo di 4 anni fa, di rivivere quella notte del 2008 quando una folla in lacrime accolse Barack e famiglia sul palco montato in mezzo a Grand Park. Oggi capelli di Barack sono ingrigiti e anche gli slogan si sono adeguati al tempo cambiato. “Forward” si legge a lettere cubitali. Il futuro ha preso il posto di “Yes we can”.
A dettare le regole ora c’è una crisi che morde più che mai, in America come in Europa. A Chicago si teme il riconteggio dei voti che segnò la sorte di Al Gore nella competizione elettorale che decretò l’inizio dell’era Bush Stavolta l’eventuale “victory speech” si terrà al McCormick Center, un mega centro congressi, a venti minuti dal centro, in cristallo e acciaio, a due passi dal lago Michigan, già affollato da migliaia di giornalisti di tutto il mondo. Non lontano da qui, Barack Obama, nella sua casa al 5046 S. Greenwood Avenue, trascorre la notte prima del verdetto di oggi, di ritorno dal suo ennesimo massacrante tour de force, che lo ha visto in poche ore dividersi tra il Wisconsin,l’Ohio, prima dalla chiusura a Des Moines, con la moglie Michelle e Bruce Springsteen.
Ore fatidiche queste, Chicago resta con il fiato sospeso. Ci sarà una platea altrettanto numerosa di quella del 2008 ad attendere il discorso del democratico? Quel discorso che a Chicago tutti sperano possa essere quello di ringraziamento agli americani per una nuova importante vittoria. Intanto Michelle prima fan del presidente Obama assicura che se il marito dovesse perdere, lei non entrerà in politica ma resterà a fare la mamma e l’avvocato.
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