Pronta è scattata la protesta da parte di un gruppo di utenti iscritti a Twitter a causa di un nuovo servizio di monitoraggio delle donne introdotto in Arabia Saudita. Esso consiste nel fatto che qualora una persona sposata di sesso femminile intenda lasciare il Paese, il marito, che deve acconsentire all’espatrio, riceverà un messaggio sul telefono cellulare.
La notizia è stata fatta circolare da Manal al-Sherif, attivista che è diventata simbolo della lotta per i diritti delle donne da quando l’anno scorso fu a capo di una protesta contro il divieto di guidare l’automobile per le donne. Al-Sharif è venuta a conoscenza del servizio tramite una coppia di amici:
Sullo smartphone del marito, infatti, al momento di lasciare l’Arabia Saudita dall’aeroporto di Riad insieme alla compagna, era comparsa la notifica. La religione della sua esistenza, secondo il diritto saudita, sta nel fatto che le donne, nel corso della vita vengono considerate come persona a carico, così come i bambini e i lavoratori stranieri. Su di essi deve vegliare un tutore maschio.
Non tutti però condividono il diritto ufficiale del Regno Saudita. Diversi sono stati i commenti sul famoso social network a proposito del famigerato servizio, tra l’ironico e il riflessivo. “Perché non inserire direttamente un microchip nelle donne, così da tracciare i loro spostamenti”, oppure “Se ho bisogno di un Sms per sapere quando mia moglie lascia il paese, o ho sposato la donna sbagliata oppure ho bisogno di uno psichiatra.”
“Le autorità utilizzano la tecnologia per monitorare le donne” ha affermato la scrittrice Badriya al-Bishr che ha denunciato “lo stato di schiavitù in cui vivono le saudite, siano esse mogli, madri, vedove, ricche o povere. Questa tecnologia è frutto di una mentalità arretrata che vuole mantenerci alla stregua di detenute“.
Sì è poi scoperto che alcune delle informazioni riportate erano però necessitanti di alcune correzioni, che vanno meglio a collocare il servizio da un punto di vista cronologico pur non alterandone la sostanza. Secondo quanto raccontato dal giornalista Ahmed Al Omran , del blog Rhyad Bureau, questa specie di notifica che giunge al cellulare di un marito saudita esiste da almeno un paio d’anni ed è stato implementato come parte di un programma di riorganizzazione telematica del già necessario permesso cartaceo.