Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Un italiano su sette è povero, lo rivela un rapporto Istat

Un italiano su sette è povero, lo rivela un rapporto Istat

Probabilmente  in molti diranno che non c’era bisogno nemmeno di farci un’indagine, ma si sà per dare veridicità alle considerazioni c’è pur sempre bisogno delle statistiche. Ed ecco che arriva l’ennesimo grido d’allarme. In Italia nel 2010 è povero un italiano su sette, le famiglie in condizione di “povertà relativa” sono addirittura 2 milioni e 734 mila , che corrispondono “spalmando i dati” a 8 milioni e 272 mila persone che risultano essere “povere”, e cioè il 13,8% dell’intera popolazione italiana.

È questo il “deprimente” quadro emerso dal ”Rapporto sulla Coesione sociale” che è stato redatto da Inps, Istat,  Ministero del Lavoro e quello delle Politiche Sociali. I dati sono derivati dal rapporto fra la quota di reddito del 20% delle persone “più ricche” e quella del 20% delle persone “più povere” della popolazione in riferimento all’anno 2010. Diverse le voci che fanno capire le varie modalità di povertà che purtroppo si evidenziano nel nostro Paese. Innanzitutto si capisce anche il perché della prolungata “vita da bamboccioni” dei nostri giovani, difatti l 10,2% delle persone  vive in famiglie con una bassa intensità di lavoro, famiglie  cioè nella quali meno del 20% del tempo teoricamente disponibile è impiegato per lavorare.  L’indice di povertà indica un peggioramento soprattutto per le famiglie numerose, e in speciale riguardo  quelle con figli minori e residenti nel Meridione. Al di sotto della soglia di povertà anche  le famiglie dove convivono più generazioni e per quelle definibili “monogenitore”, cioè che hanno un  solo genitore. Sebbene  la “povertà relativa” è in miglioramento fra gli anziani, permane una preoccupante criticità  soprattutto nel Mezzogiorno, dove il 26% della popolazione è al di sotto dell’indice di “povertà relativa”.

I dati inoltre, evidenziano anche la “disuguaglianza nella distribuzione dei redditi” nei paesi “meridionali” della Ue. Infatti, Spagna, Portogallo, Grecia, Italia, e il Regno Unito, sono i paesi che mostrano maggiori disuguaglianza, mentre minore diseguaglianza è stata constatata nei Paesi Bassi, l’Austria, la Finlandia e la Svezia. Ma ancora più allarmanti sono i dati relativi alla soglia di povertà. Ancora una volta si vedono due diverse “andature europee”. Alti livelli di povertà per  la Grecia, con l’11,6%, il Portogallo con il 9%. L’Italia ovviamente fa parte di questa cerchia, mentre al solo 3% si fermano  Finlandia, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi e Lussemburgo.

 

Lascia un commento