In Turchia, paese in pieno sviluppo e che aspira ad entrare nella Comunità Europea, è reato parlare di genocidio degli Armeni, secondo l’Art. 301 del Codice Penale, in quanto “vilipendio dell’identità nazionale“. In questo reato è incappato addirittura il premio Nobel per la Letteratura Orhan Pamuk, che, in un’intervista ad un giornale svizzero, si era lasciato andare a commenti sul massacro degli Armeni. Il processo poi si è di fatto arenato, lo scrittore Pamuk è una gloria nazionale, ma quando, domenica scorsa, Papa Francesco ha voluto commemorare il genocidio armeno, definendolo “il primo genocidio del XX secolo“, la Turchia ha subito richiamato l’ambasciatore presso il Vaticano, bollando come “inaccettabili” le parole di Bergoglio.
Sulla questione armena “condanno il Papa e lo invito a non ripetere questo errore”, ha affermato ieri il presidente turco Recep Tayip Erdogan, per il quale è compito degli storici far luce su ciò che è veramente accaduto nel 1915, e che ha poi aggiunto: “Non permetterò che gli eventi storici siano deviati dal loro corso in una campagna contro il nostro Paese e la nostra nazione”. La vicenda sembra incredibile, perché sono molti i paesi che nel secolo scorso si sono macchiati di delitti di massa e l’unico modo per venirne fuori è riconoscere quanto per la storia ormai è appurato, come del resto ha fatto la più colpevole, la Germania, con l’Olocausto. Tornando alla storia della Turchia, il massacro degli Armeni (minoranza di circa due milioni alla fine dell’800) avviene in due momenti, nel 1894-6 e, più noto, nel 1915-16. In entrambi i casi ciò accade non per razzismo, ma perché gli Armeni rientrano loro malgrado nel gioco delle grandi potenze.
Quindi i Russi sostengono l’indipendenza armena da usare contro i Turchi, i quali vedono gli Armeni come nemici e li sottopongono a maltrattamenti, aumenti esagerati di tasse ed infine a veri massacri. Siamo ad alcune decine di migliaia di morti negli anni 1894-96. Durante la prima Guerra Mondiale avvengono i fatti più tragici. La Turchia, si potrebbe dire sbagliando le alleanze, è con gli Imperi Centrali (Germania ed Austria-Ungheria), ma i legami tra Germania e Turchia sono sempre stati molto forti, contro la Russia e gli altri alleati ( Inghilterra, Francia ed infine Italia). I Turchi temono gli Armeni, in effetti alcuni battaglioni di Armeni entrano nell’esercito russo, ed anche la Francia li spinge e li finanzia contro la Turchia. Nella notte tra il 23 ed il 24 aprile del ’15 iniziano deportazioni di intellettuali e notabili armeni, tra cui anche alcuni deputati. Inizia la ” Marcia della morte”, (con la supervisione si dice di ufficiali tedeschi).
E’ una morte per fame e per sete, che riguarda oltre un milione di Armeni. Le cifre naturalmente variano secondo le fonti ma 1.200.000 di morti sembra il numero più credibile. La Turchia nega un piano premeditato di genocidio ( la parola genocidio compare in effetti solo durante la seconda guerra mondiale). Da notare che 21 paesi, solo 21 paesi, tra cui la maggior parte degli Europei, Italia compresa, riconoscono il Genocidio Armeno, ma per esempio, anche gli Stati Uniti non lo riconoscono. I fatti del ’15-16 sono avvenuti in tempo di guerra, con le potenze che cercavano di sfruttare l’appoggio degli Armeni, mentre al governo, caduto il Sultano, erano i Giovani Turchi che hanno modernizzato il paese. Erdogan, l’attuale Primo ministro, meno nazionalista dei predecessori, sembrava iniziare un’apertura, ma il momento attuale, vicino ad elezioni politiche, lo porta probabilmente ad un irrigidimento per non perdere i voti dei nazionalisti.