Alla fine ha deciso di abortire: Sara, la ragazza 16enne trascinata in Tribunale dai genitori affinchè abortisse il bambino che aspettava in grembo, ha interrotto la gravidanza. Il legale della famiglia ha assicurato che la ragazzina ha preso la sua decisione in piena autonomia e senza condizionamenti. Dopo settimane di disperazione, i genitori della ragazza si erano rivolti alla giustizia per cercare di convincere la figlia che la nascita di quel bambino avrebbe rovinato per sempre la sua giovane vita.
I genitori di Sara, inoltre, erano propensi per l’aborto in virtù anche dell’identità del padre del bambino, un albanese appena maggiorenne, senza lavoro, finito in una comunità e molto violento, tanto da lasciare numerosi lividi sul corpo della ragazza. Tra l’altro, già l’anno scorso Sara era rimasta incinta e aveva “risolto la situazione” ricorrendo alla pillola abortiva. La vicenda aveva provocato un aspro dibattito in seno all’opinione pubblica. Una ragazzina che voleva difendere la vita del proprio bambino, di contro i genitori che volevano far abortire la figlia. Sebbene sembri che la ragazzina abbia deciso in piena consapevolezza e libertà, tuttavia la vicenda si conclude con la vittoria dei genitori. Un finale che nessuno sembra in fondo condannare, neppure il direttore del settimanale “Vita”, che ha dichiarato: “È un caso amaro. La Chiesa non può certo dichiararsi a favore dell’aborto, ma capiamo l’enorme difficoltà della famiglia e crediamo che in questa storia vadano sorretti tutti, la ragazza e i suoi genitori”.