E’ stato definito uno “tsunami a rallentatore“, una massa d’acqua gigantesca che da luglio, nelle peggiori inondazioni degli ultimi 50 anni in Thailandia, ha già ucciso circa 366 persone, provocando danni per miliardi di euro.
Ora la paura incombe sulla capitale Bangkok e sui suoi 12 milioni di abitanti giacchè, come ha riferito il primo ministro Yingluck Shinawatra, varie zone della città potrebbero subire inondazioni per più di un mese. Il tutto mentre le autorità stanno pensando di decretare una vacanza straordinaria di 5 giorni, in modo tale da permettere alle persone di lasciare la città.
“Dopo aver valutato la situazione, ci aspettiamo che le inondazioni permangano a Bangkok per circa due settimane-un mese prima di riversarsi in mare. Tuttavia, la situazione non dovrebbe essere così grave come in altre province. Noi non dovremmo essere costretti ad affrontare acqua alta due o tre metri per due o tre mesi come abbiamo visto in altre province” queste le parole del primo ministro.
Le alluvioni nel nord, nord-est e centro della Thailandia hanno causato oltre alla morte di 366 persone, disagi ad altre 2,5 milioni, costringendone 113.000 a vivere nei rifugi, anche se molte sono le persone che hanno deciso di rimanere a casa, nonostante il fatto che in alcuni punti il livello dell’acqua superi i due metri. Diverse vittime sono, invece, morte fulminate dalla corrente elettrica. Senza contare poi che l’acqua stagnante da settimane e ormai putrida, potrebbe provocare il diffondersi di malattie ed epidemie. Tra l’altro sono già quasi un milione le persone ricorse a cure mediche.
Altra conseguenza gravissima è stata la chiusura di ben 7 impianti industriali nelle province di Ayutthaya, Nonthaburi e Pathum Than, vicino la capitale, provocando danni per miliardi di dollari, oltre alla sospensione delle forniture internazionali e alla perdita del lavoro per circa 650.000 persone. Il paese è nel caos: i soccorsi non sono stati organizzati per tempo, i supermercati sono stati presi d’assalto; acqua e riso scarseggiano, con il conto dei danni e delle perdite che giorno dopo giorno aumentano sempre più.