Cambiano i tempi, ma la “vecchia spintarella” in Italia va sempre di moda. Nel nostro paese la via principale per ottenere un’occupazione è sempre la raccomandazione. Anche se probabilmente non si scopre nulla di nuovo, stavolta a certificare questa tendenza arriva anche un rapporto dell’ Eurostat, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, aggiornato al secondo trimestre del 2011.
Secondo quanto emerge dal rapporto “Methods Used for Seeking Work”, che illustra i modi con cui i giovani disoccupati cercano lavoro, addirittura il 76,9 % dei ragazzi bussa alle porte di parenti, amici o sindacati. Rivolgersi a chi si conosce è la strada preferita che si percorre per trovare un posto.
Il dato, difatti, è superiore alle media totale europea, ferma al 68,9%. Ma la quota di distacco, è ancora maggiore se la si confronta con paesi come Germania 40,2%, Belgio 36,8%, Finlandia 34,8%. C’è comunque chi sta peggio di noi nel vecchio continente: Irlanda e Spagna, ma soprattutto la nostra “sorella di sventura”, la Grecia, che addirittura arriva al 92,2%.
Ma se due italiani su tre considerano le “conoscenze ” la via maestra per trovare un lavoro, sono sempre meno coloro che ricorrono alla pubblicità del proprio curriculum. Difatti, solo il 63,9 % delle persone che cercano un occupazione ricorrono a questa pratica. Un dato inferiore rispetto sia ai paesi dell’Eurozona, con il 68,8%, che a quelli dell’Unione Europea 71,5%.
A confermare la tendenza a cercare un contatto diretto col datore di lavoro per un occupazione c’è anche la bassa percentuale, il 31,4%, di coloro che usufruiscono di annunci di lavoro su giornali e web. Un dato bassissimo se lo si confronta con l’82,2% tedesco. Anche se probabilmente, è una percentuale favorita proprio dalla struttura economica del nostro paese, con medie e piccole imprese, in cui ovviamente è più facile entrare in contatto con i capi.
Infine, la sfiducia italiana nel cercare un occupazione per via istituzionale, viene ribadita dallo scarso utilizzo dei centri per l’impiego o agenzia di lavoro, solo il18,0%. Quest’ultima però è una tendenza conforme al resto dei paesi dell’Unione Europea.