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Strasburgo contro la fecondazione eterologa

Strasburgo contro la fecondazione eterologa

La questione della fecondazione eterologa ha molto diviso gli animi ed i pareri in Italia, dove però questa pratica resta tutt’oggi vietata (sebbene spesso aggirata con viaggi in paesi dove essa è permessa). In Austria due coppie avevano ricorso alla Corte europea di Strasburgo per denunciare che era una violazione dei diritti di chi desiderasse procreare pur non avendone la possibilità fisiologica quella messa in atto con i divieti legali esistenti nel loro paese. Oggi la Corte ha respinto la loro richiesta come illegittima.

In pratica in Austria sarebbe vietato, nella fecondazione in vitro, che spermatozoi dei donatori vengano impiantati negli ovuli provenienti da terzi. Quella che in sostanza viene definita fecondazione eterologa (utilizzando materiale donato da persone al di fuori della coppia). In Austria sarebbe vietata, mentre la donazione di spermatozoi no. Il che viene considerato chiaramente un’ingiustizia visto che se nella coppia ad essere sterile fosse il marito la legge consente la procreazione in vitro, mentre se ad esserlo fosse la moglie la coppia deve rassegnarsi a non avere figli.

Una delle coppie non ha quindi potuto beneficiare della sentenza di Strasburgo, da cui sperava di ottenere giustizia per via della condanna in seguito ad una fecondazione eterologa illegale.

Le due coppie si erano rivolte a Strasburgo nel 2000, ritenendo che la legge fosse ingiusta e che lasciando le cose come stavano si permetteva una discriminazione bella e buona; tuttavia la Corte europea non ha potuto scavalcare il cavillo della legge austriaca e l’appello rimarrà inascoltato.

La procreazione assistita è un argomento molto scottante, in quando nell’occidente progredito la natalità si abbassa sempre di più a causa della sterilità in entrambi i sessi; quindi sempre più spesso le coppie premono per modificare le leggi, spesso a matrice religiosa, su questa tematica. Per il momento nazioni come l’Austria e l’Italia rimangono ancorate a queste posizioni. Evidentemente il fronte del cambiamento non è ancora abbastanza numeroso come altrove.

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