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Riconosciuta religione in Svezia che promuove il file-sharing

Riconosciuta religione in Svezia che promuove il file-sharing

Cambiano i tempi, ma le trame dei romanzi rimangono le stesse. Non era una cosa infrequente leggere nei romanzetti ottocenteschi di canaglie del mare, i pirati insomma, che dopo una vita di eccessi e saccheggi si trasformavano in rispettabili cittadini, magari in uomini di chiesa, i più insospettabili per la giustizia. Adesso i pirati però non viaggiano più sul mare, ma su internet e piuttosto che saccheggiare mercantili e città costiere assaltano i diritti d’autore con il file sharing; tuttavia oggi, come ieri, la religione diventa un modo per sfuggire alla legge.

Succede in Svezia, uno dei paesi dove il fenomeno della libera condivisione di file è più accentuato (su 9 milioni di abitanti circa 1,5 milioni considera giusto e pratica il file sharing), che un gruppo religioso abbia come propria fede proprio la libertà di condividere informazioni.

La chiesa Kopimism ha invitato tutti i fan della libertà di condivisione a registrarsi al culto onde evitare la persecuzione legale delle case discografiche e di chiunque sostenga di voler tutelare il diritto d’autore vietando la libera diffusione di musica ed altri contenuti online gratuitamente come avviene su siti (svedesi manco a dirlo) come Pirate Bay.

La battaglia infuria da ormai parecchio tempo e sebbene i suoi promotori abbiano dovuto pagare multe salate o addirittura finire in carcere, come appunto i creatori di Pirate Bay, arriva oggi la sentenza che fornisce ai nuovi pirati del terzo millennio una scappatoia dalla legge e che potrebbe fornire un precedente importante anche nel resto d’Europa, visto che il tribunale ha riconosciuto l’impunità per chiunque appartenga ad un gruppo religioso che consideri “sacri” i dogmi della condivisione e del “copia e incolla” facendo riferimento a direttive dell’Unione Europea.

Kopimism viene proprio dalla parola “copia” in lingua svedese, per cui non sorprende che questa nuova chiesa consideri un vero e proprio dogma la libertà per tutti i download ed upload dei file, considerando le leggi sul copywright una violazione alla libertà d’informazione e di culto. “Crediamo che l’informazione sia un concetto sacro” ha detto Isak Gerson, leader spirituale di questo nuovo e strano culto, “Ctrl C e Ctrl V, i tasti di scelta rapida per copiare ed incollare sono per noi dei veri e propri salmi, che intoniamo mentre condividiamo in internet”.

Nessun commento è venuto da Ludvig Werner, capo della filiale svedese di IFPI (ossia dell’industria discografica), il quale ha però osservato come “la Svezia, coi suoi 1,5 milioni di pirati informatici su 9 milioni di abitanti, è uno dei paesi più attivi in Europa nel file sharing. Abbiamo quindi ancora un grave problema, anche se la legge sullo streaming di musica e film ha almeno in parte limitato il fenomeno.” 

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