Il professore Enzo Boschi, ordinario di Sismologia all’università di Bologna, ritiene che la nuova scossa di magnitudo 5,8 della scala Richter che stamattina ha devastato il Nord Italia, causando fino a questo momento la morte di 10 persone, possa essere dovuto all’apertura di una nuova faglia. Sulla validità della tesi concordano anche Gianvito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi (Gng), e Alessandro Amato, sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Amato ha però aggiunto che gli esperti il nuovo evento sismico non era una lontana eventualità ma un fenomeno temuto.
In una dichiarazione rilasciata a Sky Tg 24, Graziano ha dichiarato:
Capire lo sciame sismico è molto difficile. Bisogna leggere le carte. La probabilità che accadesse in quell’area un sisma del genere era piuttosto bassa, visti i precedenti 400 anni di tranquillità. La magnitudo del sisma di oggi che ha avuto un valore di 6, è un dato congruente con le scosse precedenti. Tuttavia ci troviamo continuamente impreparati. Mai dimenticare l’esperienza di un terremoto. Quando le acque si calmano, nei momenti di pace, bisogna ragionare sul problema.
Il Professor Boschi, invece, raggiunto da Adnkronos a Bologna ha altresì detto la sua:
Quest’ultima forte scossa non è legata direttamente a quella avvertita nei giorni scorsi in Emilia, ma nasce indubbiamente dalla stessa realtà dinamica della zona: sono conseguenze dello stato di tensione e di sforzo in cui si trova questa regione, determinata dalla dinamica dell’interno della Terra e della crosta terrestre che e’ in continua evoluzione e crea situazioni del genere. In genere, dopo una forte scossa, si registrano solo scosse di assestamento. Ma in Italia è già successo che due scosse forti, più o meno della stessa entità, si siano registrate a distanza di pochi giorni, basti ricordare il terremoto in Umbria. E in Friuli si registrarono a distanza di pochi mesi. Quindi non si può escludere neanche questa volta, in Emilia. Il sistema libera energia: può farlo in un solo colpo, in più di uno oppure in piccole fasi successive. Penso che continueremo ancora, almeno per settimane, a osservare scosse successive, come spesso succede in questi casi. Quello che è di particolare interesse è che anche la scossa di oggi, di magnitudo 5.8, non abbia superato quota 6, a conferma di quanto abbiamo sempre pensato con un certo margine di confidenza e che cioè in queste zone si possono generare terremoti al massimo di magnitudo 6 ma non oltre.
Secondo il professore inoltre, i problemi non sarebbero solo legati alla natura geologica del suolo italiano, ma anche alla gestione urbanistica, in quanto a suo dire ci sarebbe una gestione non certo idonea del territorio:
Non c’è prevenzione e manutenzione, gli edifici spesso non sono a norma. Specialmente nel dopoguerra si sono costruite numerose abitazioni senza che ci fosse una normativa antisismica specifica. Le prime norme risalgono agli anni ’70 e una versione definitiva si è avuta nel 2009.