Continuano ad andare in frantumi pezzi di storia italiana, adesso è la volta di un muro d’epoca romana, che si trova negli scavi archeologici di Pompei.
Il crollo è stato confermato dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei ed è avvenuto in una domus, nella Regione V Insula IV – nei pressi di Porta Nola, nella zona nord del sito archeologico – a causa, probabilmente, anche delle forti piogge che hanno interessato la zona in questi giorni e che hanno contribuito al cedimento della parete affrescata.
La scoperta del crollo è stata segnalata da un custode e, sul posto, è subito giunto il direttore degli scavi, Antonio Varone, per accertare l’entità del danno. La zona è stata posta sotto sequestro giudiziario, nell’attesa che venga aperta un’inchiesta per stabilire con certezza le cause del crollo.
Il professor Nicola Augenti – che ha effettuato la perizia sui cedimenti strutturali della Schola Armaturarum e della Casa Moralista – ha spiegato che le incessanti piogge dei giorni scorsi sono state certamente una concausa del crollo, ma che le responsabilità vanno “a chi doveva intervenire in maniera preventiva per evitare che la pioggia si infiltrasse“.
La zona in questione è oggetto di studio di alcuni archeologi giapponesi del Japan Institute of Paleological Studies di Kyoto ed il muro che ha ceduto – appartenente ad una casa di Pompei – è grande circa 2 metri quadrati.
Il crollo della parete è avvenuto nel vicolo che porta all’abitazione di Marco Lucrezio Frontone.