Un uomo paralizzato, a seguito di un incidente in motoslitta avvenuto nel 2010, ha raggiunto il Polo Sud viaggiando per circa 75 miglia a temperature sotto lo zero per circa due settimane in modo da completare il viaggio in occasione del 100esimo anniversario della spedizione al Polo Sud del capitano Robert Falcon Scott. Grant Korgan, 33 anni, del Nevada, USA, paralizzato dalla vita in giù, ha utilizzato un dispositivo chiamato un sit-ski per raggiungere il Polo Sud il giorno dopo dal centenario del viaggio dell’esploratore britannico conclusosi il 17 gennaio 1912.
L’esploratore Robert Falcon Scott portò a termine due missioni in Antartide. La seconda spedizione in Terra Nova gli fu però fatale costando la vita a lui e alle 4 persone, membri del suo equipaggio. La notizia della sua morte lo trasformò, soprattutto in Gran Bretagna, in un vero e proprio eroe. E, per oltre 50 anni, è rimasto tale nell’immaginario collettivo. Tuttavia gli storici recentemente hanno iniziato a mettere in discussione la sua figura rinvenendo in decisioni sbagliate, incompetenza e mancanza di carattere il fallimento della sua ultima missione. Nonostante ciò, il suo coraggio personale misto al suo stoicismo è ancora ricordato dai più, così come anche i suoi fallimenti continuano ad essere una fonte di ispirazione e un monito per persone del calibro di Korgan e altri avventurieri.
La spedizione di Korgan comprende anche il paralimpico John Davis, due guide e alcuni cineasti hanno girato le riprese per un documentario intitolato The Push: Un’avventura polo sud. Il film dovrebbe essere rilasciato entro la fine dell’anno. Il team si è allenato per un anno con varie missioni in Alaska, Norvegia, Lake Tahoe e Sud America prima di partire per il Polo Sud.
Era già stato stimato che che Korgan avrebbe dovuto spingere il sit-ski circa 250.000 volte nel corso del viaggio.
Steven Siig, regista del film documentario, ha dichiarato: “Grant ha realizzato uno dei risultati atletici più sorprendenti della storia moderna, primo assoluto per gli atleti disabili. Questa è una giornata storica in nome del recupero, della tecnologia, dell’avventura e del potenziale umano”. La sfida era destinata a contribuire a raccogliere fondi per l’organizzazione non profit della California High Fives Foundation, che aiuta gli atleti divenuti disabili per incidenti capitati durante la pratica di sport invernali a recuperare e tornare allo sport. Inoltre la missione ha supportato anche il Reeve Irvine Research Center, una struttura di ricerca scientifica presso l‘Università della California, dedicata allo studio della riparazione, rigenerazione e recupero della funzione dopo la lesione del midollo spinale.