Bastava essere “benestanti” e pagare in contanti e la laurea era una conquista facile senza mai aprire i libri. Il tutto è accaduto presso l‘Università di Palermo. Un’esame di economia costava circa 3000 euro, mentre la facoltà di scienze politiche era più economica: circa 1000 euro per esame. Per gli esami di ingegneria era invece possibile pagare in due comode rate. Insomma, bastava pagare in contanti e, grazie alla complicità di un’impiegata della facoltà di Economia, gli esami magicamente apparivano nel sistema informatico dell’Università, come se fossero stati regolarmente sostenuti.
A far scalpore è anche la notizia secondo cui, fra i 30 studenti indagati per aver conseguito facilmente alcuni esami all’università, ci sarebbe anche il fratello minore dell’ex ministro della Giustizia Angelino Alfano. Alessandro Alfano si è laureato nel 2009 a 34 anni e adesso è indagato per concorso in frode informatica. Alfano junior è da circa un anno segretario generale della Camera di Commercio di Trapani. Nel 2006, mentre ancora studiava, era già stato nominato segretario generale di Unioncamere Sicilia.
“Il nostro assistito ha effettuato regolarmente tutti gli esami, lo dimostreremo. Confidiamo in un rapido accertamento della verità da parte della magistratura” hanno dichiarato i legali di Alfano, Grazia Volo e Nino Caleca. Altri ex studenti, invece, sono accusati anche di di concorso in falso e corruzione, accuse sicuramente più gravi di quelle mosse ad Alessandro Alfano, poichè, in questi casi, sono state individuate tracce dei pagamenti. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Amelia Luise e Sergio Demontis sono ancora in corso e sono scattate lo scorso anno, quando il rettore dell’Università, Roberto Lagalla sollevò il caso dopo alcuni normali controlli: in occasione della laurea in Economia di una ragazza, il rettore scoprì che nel suo fascicolo mancavano degli statini e dei verbali inerenti alcuni esami. Cose che invece ben figuravano nel sistema informatico dell’Università. Le indagini hanno dunque già portato al licenziamento di una dipendente della Facoltà di economia che ha ammesso le sue colpe nell’aver caricato irregolarmente degli esami, anche relativamente ad altri corsi di laurea, senza però aggiungere altro.