Rimane alta la tensione in Ucraina, alla vigilia del vertice che si terrà domani a Minsk tra Angela Merkel, Francois Hollande, Vladimir Putin e Petro Poroshenko. I ribelli filo-russi avrebbero infatti lanciato una nuova offensiva contro la città di Kramatorsk, che si trova nelle mani dell’esercito ucraino, bombardandola con razzi che hanno colpito un complesso militare e una zona residenziale, uccidendo sette persone e ferendone altre 58, fra cui cinque bambini. I ribelli filorussi negano di aver attaccato la città. Nel frattempo la guardia nazionale dell’Ucraina ha sferrato un’offensiva contro i separatisti filorussi nei pressi di Mariupol, nel sud-est del paese. Lo scorso sabato, Kiev aveva parlato della possibilità che i ribelli stessero accumulando forze per attaccare città strategica, tra cui Maripol, che si trova sul mar di Azov, tra le aeree controllate dai ribelli e la Crimea, che la Russia ha annesso lo scorso marzo.
L’agenzia Ria Novosti ha invece riferito che più di 600 soldati russi della Flotta del Mar Nero hanno iniziato delle esercitazioni in Crimea, e circa 2000 militari russi hanno cominciato delle esercitazioni militari nel sud-Ovest della Russia. Intanto Mosca ha replicato duramente alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che, incontrando alla Casa Bianca la cancelliera tedesca Angela Merkel (che aveva ribadito la sua contrarietà a qualsiasi soluzione militare della crisi), aveva affermato: “Valutiamo l’uso di armi se fallisce la diplomazia“. Il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev ha detto infatti che, in tal caso, vi sarà “un’ulteriore escalation del conflitto”, anche se, ad una domanda su una possibile reazione russa, ha risposto: “Penso che agiremo con strumenti diplomatici”.
Patrushev ha inoltre accusato gli Stati Uniti di voler “ribaltare la leadership russa di Vladimir Putin e smembrare il Paese“. Dello stesso tenore le parole del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, che ha dichiarato: “Tutti i progetti che mirano a rinforzare le sanzioni, isolarci, ad inviare armi, sono tutti passi che, purtroppo, mirano a destabilizzare la situazione”. Il presidente russo Vladimir Putin, invece, inviando in mattinata un messaggio al corpo diplomatico e ai funzionari del ministero degli Esteri nella Giornata dei diplomatici, ha assicurato che la Russia “continuerà la sua politica estera indipendentemente dalle pressioni“ in quello che ha definito “un ambiente internazionale difficile”.
Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Ievghen Perebiinis, in un’intervista, ha detto invece che il governo di Kiev è “cautamente ottimista” sul vertice che si terrà domani a Minsk, ma, ha aggiunto, occorre “anche essere pronti al peggior scenario“. Secondo Perebiinis, comunque, l’incontro di domani “non è l’ultima chance” per giungere a “una soluzione pacifica” del conflitto. Una fonte russa citata dall’agenzia Ria-Novosti ha spiegato che il vertice di domani sarà incentrato sulla delimitazione della zona cuscinetto demilitarizzata tra le forze ucraine e quelle separatiste e sull’avvio di contatti diretti tra il governo di Kiev e le autorità separatiste. Secondo la fonte, però, al summit di domani non è in programma la firma di un accordo finale che risolva la crisi ucraina.