Il Presidente del Consiglio Mario Monti, fermo restando il riconoscimento della sovranità del Parlamento, auspica comunque ad una riforma del lavoro approvata dalle due Camere, il cui testo finale sia il più vicino possibile al testo approvato dal Consiglio dei Ministri. “Sento il peso di decisioni non facili, dettate dal fatto che la situazione dell’Italia era piuttosto grave ma abbiamo cercato di essere equi nel distribuire i sacrifici per risanare l’Italia”, ha aggiunto il Premier, a bordo dell’airbus che da Astana, dove ha incontrato il premier kazaco, lo ha portato a Seul.
“Quando si tratta di lavoro, di sindacati, di forze sociali, di elemento umano il rispetto per tutti i soggetti coinvolti nella consultazione è grande. Ci rendiamo conto delle difficoltà di ciascuno ‘ante’ e del fatto che alla fine deve essere il Parlamento a decidere. È responsabilità del governo presentare una proposta equa e abbastanza incisiva e prospettare al Parlamento le ragioni per le quali, pur essendo il Parlamento sovrano, cerchiamo di avere un risultato finale in tempi non troppo lunghi” ha aggiunto Mario Monti.
Il Premier ribadisce che “lo scopo è quello di far crescere l’Italia, rilevando che sicuramente tale compito rientra tra quelli di lungo periodo, perché “ci vuole un pò di tempo e non ci si può illudere che ciò avvenga dall’oggi al domani, dopo qualche decennio gestito, diciamo così, in modo non ottimale”. Tuttavia sul fronte Cgil numerose sono le critiche rivolte a Monti che intransigente si mostra a voler trattare con i sindacati in ordine all’ar.18.
”Monti ha generato ansia fra i lavoratori che ora pensano vi sia dell’accanimento’‘, sottolinea la segretaria del Cgil Susanna Camusso, che non ha nascosto la possibilità di uno sciopero generale nel momento più caldo dell’iter parlamentare, cioè poco dopo le elezioni amministrative. ”Il Governo ha commesso l’errore di voler politicizzare il dibattito sull’art. 18, di aver caricato di un significato improprio uno dei tanti sistemi di tutela del lavoro e adesso si rischia il suk’‘ ha aggiunto Guglielmo Loy che teme un iter parlamentare che prosegua oltre l’estate.