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Monti lascia Scelta Civica: “Tradito da chi mi chiese posti”

Monti lascia Scelta Civica: “Tradito da chi mi chiese posti”

E’ scontro aperto all’interno di Scelta Civica. L’ex presidente del Consiglio Mario Monti ha infatti ribadito ieri le sue “dimissioni irrevocabili dal partito, e ha accusato: “Alcune personalità autorevoli all’interno di Scelta Civica hanno travisato la natura del nostro movimento. Sono stato tradito da coloro che mi hanno chiesto di formare un partito per portarli o riportarli in Parlamento. Mauro e Casini ritengono che l’appoggio al governo debba essere senza se e senza ma”. Il Professore ha inoltre spiegato che con le sue dimissioni ha inteso “sollecitare la coscienza e l’attenzione delle grandi forze vitali, liberali e popolari, ma serie, che ci sono in Scelta Civica contro questo piccolo progetto di vecchio sapore di polvere“, il progetto “di una minoranza nel partito” che puntava al superamento di Scelta Civicaverso una entità non particolarmente ben definita ma di cui si è capito che dovrebbe o potrebbe farne parte il Pdl non ancora deberlusconizzato”.

A Monti ha replicato piccato, nel corso della trasmissione “Matrix”, il leader dell‘Udc Pierferdinando Casini: “Le accuse di Monti nei miei confronti sono ridicole. Non è accettabile il suo comportamento rissoso”. Sulle dimissioni dell’ex premier, Casini ha aggiunto: “Non gli chiederò di ritirarle perchè non mi riguarda”. A proposito del voto sulla decadenza di Berlusconi da senatore, ha invece spiegato: Non ho ancora deciso. Non è vero che ho contrattato con Berlusconi, non ho parlato con lui e non gli parlerò. Sarà un voto che apparterrà alla mia coscienza. Al momento giusto lo dirò”.

Monti ha poi replicato a Casini, affermando: “Il rigore morale e l’autorità del presidente Casini sono tali che non mi permetto certo di commentare le sue importanti parole”. Il Professore ha inoltre attaccato: “In questi giorni il senatore Mauro, con dichiarazioni ed iniziative, è venuto preconizzando, da un lato, una linea di appoggio incondizionato al Governo– naturale in chi ne fa parte- ma che non è la linea di Scelta Civica. Dall’altro, il superamento di Sc in un soggetto politico aperto anche a forze e prassi di governo inconciliabili” con quelli del partito. Giovedì, però, 11 senatori si sono schierati con il ministro della Difesa, inviando anche una lettera al capogruppo Susta per chiedere una verifica politico-programmatica nel gruppo.

Monti avrebbe quindi letto la mozione degli undici senatori, a cui si è poi aggiunto lo stesso Mauro, come una “mozione di sfiducia” nei suoi confronti, decidendo pertanto di rassegnare le dimissioni. L’ex premier non avrebbe inoltre gradito le posizioni prese dal ministro della Difesa e dal leader Udc sulla legge di stabilità, nè tantomeno il pranzo tenutosi due giorni fa tra Mauro, Berlusconi e Alfano, che preluderebbe alla creazione di una nuova formazione legata al Partito Popolare Europeo. Mauro avrebbe però smentito tali retroscena, affermando: “Chi spera di trasformare la mia lealtà al Governo e alle ragioni della Grande Coalizione in un’operazione pro-Berlusconi, fa un atto vile, degno della peggiore propaganda fascista”.

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