Il premier uscente Mario Monti, intervenendo a Radio Capital, ha fatto un’inattesa apertura alla possibilità di un governo con Nichi Vendola: “Ognuno può evolvere e cambiare opinione per quanto riguarda singole persone. Posso dire che non farò mai parte di un governo che non abbia un forte accento riformatore” ha affermato il Professore, rispondendo ad una domanda in merito. Monti però ha poi specificato le riforme che lui vorrebbe: “Il movimento che ho costruito può benissimo stare all’opposizione, ma escludo che possa stare in un governo che di nuovo non permetta di fare la riforma del lavoro sufficiente per dare speranza ai giovani, o- guardando a destra- di fare le liberalizzazioni o una seria riforma della giustizia“.
Dal leader di Sel, però, è venuta una chiusura abbastanza netta al premier uscente: “Per me e Monti riformismo significa due cose molto diverse. Per Monti è riformista abbattere lo statuto dei diritti dei lavoratori. Per me lo statuto è il capolavoro del riformismo italiano. E’ questo che ci rende diversi” ha dichiarato. Per Vendola, è impensabile anche un accordo con i centristi per le riforme, perchè queste devono migliorare la qualità della vita delle persone, mentre ciò che la peggiora, ha spiegato, è “una controriforma. Non posso allearmi con chi propone controriforme, intendo essere alleato con tutti quelli che propongono riforme, cioè un miglioramento delle condizioni di vita“.
Ma il Professore ha polemizzato anche con il leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo. Ospite di Unomattina, Monti ha infatti accusato il comico genovese di voler ridurre l’Italia come la Grecia. Grillo, durante un comizio a Bergamo, ha replicato: “Quelli come te hanno ridotto la Grecia così, non quelli come me”. Il presidente del Consiglio uscente si è allora rivolto al comico genovese affermando: “Non ho eseguito gli ordini dell’Europa. Grillo vada a fare i suoi comizi nelle piazze greche, le troverà piene di neofascisti. Grillo è un simpatico comico, ma è devastante per la politica italiana“.
Monti ha inoltre criticato sia Berlusconi per la sua battuta sulle donne, sia Bersani per come ha replicato a quest’ultimo, dicendo: “Il rapporto con le donne è il principale indicatore di modernità o arretratezza di un paese e questo dipende dagli uomini. C’è stato un uomo politico che ha fatto una battuta, io non lo giudico ma non credo sia stato un lapsus o una trasgressione. Un altro uomo politico gli ha giustamente ribattuto ma con un’immagine delle donne che non è bella“. Il segretario democratico, durante un comizio a Catania, ha così replicato al Professore: “Noi portiamo in Parlamento il 40% di donne, a Monti chiedo quante ne eleggi? A Berlusconi invece dovrei dire “quante bambole porti”? Per come ragiona, per come si esprime, per la malattia che ha in testa dovrei dire così“.