Dopo i fischi ricevuti due settimane fa a Varese da Umberto Bossi, leader della Lega Nord, stavolta è toccato a suo figlio maggiore Renzo, essere oggetto di contestazione, dinanzi al Pirellone a Milano, sede del Consiglio Regionale.
I metalmeccanici di alcune aziende in crisi del territorio,aderenti alle più disparate rappresentanze sindacali (Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Cub e Slai-Cobas) hanno infatti tentato di impedire l’accesso ai consiglieri, bersagliando principalmente il Trota, accolto insieme al collega leghista Giosuè Frosio dalle urla “vergogna, buffoni“, a cui è seguito un lancio di uova che ha però colpito solo i dipendenti della Regione e le facciate del palazzo. Le ragioni della protesta sono state rese note in un comunicato: “Gli investimenti sulle infrastrutture tecnologiche, le reti informatiche, i centri d’eccellenza per le comunicazioni, rappresenterebbero un valore vero per il rilancio dell’industria d’eccellenza in Lombardia“. I Sindacati ritengono che tali punti validi non troverebbero poi un riscontro concreto, arrivando così ai licenziamenti anzichè ad una vera politica di sostegno.
Bossi Jr è acceduto al Pirellone da un ingresso secondario, reagendo verbalmente a margine della seduta del Consiglio Regionale contro il dissenso.
“Se qualcuno non è più d’accordo con il progetto della Lega e del segretario federale Umberto Bossi ci sono mille altri partiti e movimenti da poter costituire”, queste le parole di Renzo Bossi.
Sugli alberi di fronte al Pirellone è stato appeso uno striscione con la scritta “Ministeri, Provincia, Regione, difendete l’occupazione“.