Sono ben 40 i politici del Pirellone ad essere indagati dalla Guardia di Finanza, i cui investigatori hanno accertato un utilizzo illecito dei rimborsi regionali dei gruppi consiliari. Tra gli indagati ci sono anche Nicole Minetti e il figlio dell’ex Senatur Renzo Bossi. Parliamo, dunque, di milioni di euro che, ogni anno, vengono utilizzati per tutti i gruppi consiliari e che si aggiungono agli altri benefici dei politi che non sono certo pochi. In particolare l’indagine riguarderebbe delle spese fatte al di fuori dell’attività politica con soldi pubblici. Altri indagati sono il capogruppo in Regione del Pdl e della Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli. L’accusa, per tutti, è di peculato.
Dagli atti di indagine del Pubblico Ministero emerge che, mentre Nicole Minetti con tali soldi avrebbe, tra le altre cose, acquistato il libro Mignottocrazia di Paolo Guzzanti, pagandolo 16euro, con i soldi pubblici un consigliere regionale indagato nell’inchiesta avrebbe addirittura acquistato delle munizioni da caccia per 750 euro presso l’azienda Mulino Nord. Altri esponenti del Pdl e della Lega avrebbero speso ognuno oltre 100 mila euro di soldi pubblici in spese che nulla avevano a che fare con la rappresentanza istituzionale. Tra il 2008 e il 2012 le spese nel mirino dei pubblici ministeri sono state di qualche milione di euro.
Dopo aver acquisito i rendiconti del 2008-2010 relativi ai rimborsi garantiti ai gruppi consiliari del Pdl e della Lega, i finanzieri del nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano hanno notificato oggi un ordine di esibizione ai gruppi dell’opposizione. Il medesimo ordine è stato presentato anche nell’ufficio della presidenza del consiglio. In sostanza i finanzieri vogliono acquisire la lista della spesa rimborsata a Pd, Sel, Idv, Pensionati e Udc e altri gruppi di minoranza. La richiesta di acquisizione dei documenti riguarda anche la Giunta e la presidenza della Regione Lombardia, nonché la documentazione amministrativa e contabile delle diverse Direzioni per “spese aventi ad oggetto attività di comunicazione, rappresentanza collaborazioni/consulenze o comunque dichiarate utili per l’attività degli uffici”.
Le indagini sono scattate due mesi fa, a partire da quella sul leghista Davide Boni (ex presidente del consiglio regionale lombardo accusato di corruzione) e sull’ex assessore del Pdl Franco Nicoli Cristiani, arrestato un anno fa per una mazzetta di 100mila euro che fu ritrovata nella sua abitazione.