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Jennifer Hudson, il cognato colpevole di triplice omicidio

Jennifer Hudson, il cognato colpevole di triplice omicidio

Il cognato della cantante e attrice americana Jennifer Hudson, William Balfour, è stato dichiarato colpevole da un tribunale di Chicago del triplice omicidio nel 2008 della madre della cantante, Darnell Donerson, 57 anni, del fratello di Jennifer, Jason Hudson, 29 anni, e del nipote dell’artista, Julian King di 7 anni e figlio della sorella di Jennifer, sposata proprio con Balfour.

L’imputato, ha sempre sostenuto la sua innocenza e ha dichiarato che ricorrerà in appello contro la sentenza. La cantante e attrice afroamericana, 30 anni, vincitrice di un Grammy e di un Premio Oscar per il film Dreamgirls, era presente all’udienza e senza rilasciare dichiarazioni ha lasciato l’aula, sebbene in precedenza l’artista avesse rivelato che né a lei né alla sua famiglia andava a genio il marito di Julia, sua sorella, per il modo in cui veniva trattata sia la stessa Julia che il piccolo Julian. Secondo quanto dichiarato dal procuratore della contea, Anita Alvarez, la Hudson era sì emozionata, ma al contempo anche sollevata dal verdetto. I terribili omicidi sono avvenuti nell’ottobre del 2008. Sembra che ad innescare la furia di Balfour, con precedenti per droga alle spalle, sia stata la volontà della moglie Julia di voler divorziare dall’uomo.

Secondo le ricostruzioni fatte in tribunale, Balfour aveva rubato una pistola calibro 45 a Jason, anche lui con precedenti per droga, uccidendolo insieme alla madre nella loro abitazione. Infine avrebbe rapito il bambino, fuggendo sul suv di Jason, salvo poi ucciderlo e abbandonare il cadavere. William aveva cercato in tutti i modi di far sparire le prove e di procurarsi un alibi. A fare la macabra scoperta è stata Julia, una volta rientrata a casa, mentre il corpo del piccolo Julian è stato ritrovato solo 3 giorni dopo.

Gli avvocati difensori di Balfour hanno sempre sostenuto che gli omicidi potessero essere stati perpetrati da spacciatori in lite con il fratello della Hudson. Tuttavia, l’accusa, ha invece risposto con le innumerevoli prove circostanziali che inchioderebbero l’uomo: dai tabulati telefonici alle riprese delle telecamere di sorveglianza alle testimonianze.

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