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Isis, identificato il boia “Jihadi John”: è un londinese di 27 anni

Isis, identificato il boia “Jihadi John”: è un londinese di 27 anni

E’ stato identificato “Jihadi John”, il boia dell’Isis apparso in molti video di esecuzioni di ostaggi: si tratterebbe di Mohamed Emwazi, 27 anni, di Londra, secondo quanto rivelato dalla Bbc citando fonti di Scotland Yard. Il nome dell’uomo era già conosciuto dalle autorità britanniche, che però non hanno voluto rivelarlo prima per non compromettere le indagini. Emwazi era comparso per la prima volta lo scorso agosto, nel video della decapitazione del giornalista americano James Foley, in cui è sempre interamente vestito di nero, con una pistola in una custodia di pelle e un coltello nella mano sinistra. Secondo amici del terrorista, l’uomo, nato in Kuwait, proverrebbe da una famiglia benestante di Londra, si sarebbe laureato in informatica all’Università di Westminster e ogni tanto andava a pregare alla moschea di Greenwich .

Figlio di un tassista, Emwazi è cresciuto a Queen Park, una zona abbastanza agiata nel nord-ovest della capitale britannica, in una casa di proprietà del comune, quindi in un palazzo di edilizia popolare. I vicini di casa sono stati intervistati da vari giornali inglesi, e quasi tutti hanno parlato di una famiglia “strana“, “eccentrica”,estremamente riservata”. Si pensa che sia giunto in Siria per aderire all‘Isis già nel 2012. Secondo il Washington Post, egli avrebbe cominciato ad avvicinarsi all’estremismo islamico a maggio del 2009, quando, subito dopo la laurea, organizzò un viaggio in Tanzania per un safari insieme a due amici, un tedesco convertito all’Islam, Omar, e un’altra persona, Abu Talib. I tre, però, una volta atterrati a Dar Es Salaam, vennero arrestati ed espulsi il giorno dopo, per motivazioni sconosciute.

Emwazi tornò in Europa con un volo per Amsterdam, dove venne interrogato dal MI5- il controspionaggio britannico- ed accusato di voler raggiungere la Somalia per unirsi ai terroristi di Al Shabab. Non molto dopo si trasferì in Kuwait, suo paese natale, e quando tornò a Londra, nel 2010, fu arrestato con l’accusa di terrorismo, inserito in una “black list” e non gli fu consentito di lasciare di nuovo il Paese, anche se poi vi riuscì nel 2012, quando andò in Siria per unirsi all’Isis. Intanto negli ultimi tre giorni, secondo quanto riferito dall’archimandrita (abate) Youkhana, i jihadisti dell’Isis hanno rapito circa 350 cristiani assiri nella regione nord-orientale siriana di Hasaka, nei pressi dei territori del Califfato in Iraq, ne avrebbero già ucciso una quindicina e nelle prossime ore ne potrebbero uccidere altri, forse addirittura “in un’esecuzione di massa“.

Nella mattinata di giovedì è stato inoltre diffuso dall’Is un filmato in cui si vedono jihadisti abbattere con il martello pneumatico statue e bassorilievi antichi nelle sale del museo di Mosul, in Iraq, dove vi sono reperti di Ninive, antica capitale dell’impero assiro. Proprio nella regione di Mosul prosegue intanto l’offensiva dell’esercito di Bagdad e della coalizione internazionale, nella quale giovedì sono stati uccisi dai raid aerei quasi 50 civili, mentre nella città di confine di al-Qaim sono rimasti uccisi 17 miliziani. Altri 70 jihadisti dell’Is sono stati uccisi a Karma, vicino Falluja, durante un’operazione effettuata dalle forze di sicurezza irachene con il supporto delle tribù locali.

Photo Credits |thomas koch / Shutterstock

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