Triste storia quella di cui vi diamo notizia e che ha avuto luogo a Padova. Una donna di 28 anni è morta per aver usato un attaccapanni di ferro nel tentativo di interrompere a tutti i costi quella gravidanza che non voleva affatto. L’emorragia conseguente, purtroppo, l’ha condotta alla morte. Johanes Madel Ehiorobo, questo il nome della donna di 28 anni che abitava in via Savello, ha chiesto l’intervento del Suem lunedì a mezzogiorno, quando ha iniziato a sentirsi male. I medici del Policlinico di Padova non sono riusciti a salvare la giovane nigeriana, in preda ad una forte emorragia all’utero. Un’ecografia ha però rivelato che il feto di 3 mesi che portava nella pancia era però vivo. Il destino ha voluto che però la donna morisse dopo due giorni di agonia, portando con sé il piccolo.
Il pubblico ministero Luisa Rossi sospetta che la giovane donna sia stata uccisa da un tentativo di aborto, in quanto una donna incinta non dovrebbe avere un coagulo di sangue nell’utero. Gli investigatori hanno pertanto controllato l’abitazione della nigeriana, in cerca di indizi e vi hanno ritrovato un oggetto in ordine al quale molti sono i sospetti che sono stati sollevati. Parliamo di un ferro, probabilmente ricavato dagli attaccapanni in metallo utilizzati dalle lavanderie per restituire ai clienti abiti puliti. Ora sembra che sul quel ferro siano state trovate tracce di sangue. Non è certo la prima volta che una donna di origini africane tenta di abortire da sola. Spesso, quando giovani donne si accorgono di essere incinte e non intendono portare a termine la gravidanza cercando di provare degli auto-aborti, infilando dei pezzi di ferro all’interno della vagina provocandosi spesso delle emorragie che i medici non riescono a fermare.
Quando la donna ha chiesto l’intervento dei soccorsi, un’infezione fortissima probabilmente era già in atto ed i medici nulla hanno potuto, assistendo inermi prima alla morte del feto e poi della 28enne.