Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Il Papa visita il carcere di Rebibbia: “Dio è con voi, il sovraffollamento è una doppia pena”

Il Papa visita il carcere di Rebibbia: “Dio è con voi, il sovraffollamento è una doppia pena”

Papa Ratzinger stamattina si è diretto al carcere di Rebibbia per far visita ai detenuti. Il Pontefice si dice rammaricato per le condizioni disumane alle quali sempre più spesso sono sottoposti i soggetti che scontano pene negli istituti di detenzione. I carcerati hanno accolto con molta gioia e calore Benedetto XVI, ai quali ha rivolto le seguenti parole: “So che il sovraffollamento e il degrado delle carceri possono rendere ancora più amara la detenzione”. Una visita che cade proprio a fagiolo, visto che a giorni sarà approvato il decreto salva-carcere, che mira, appunto, alla risoluzione dei problemi di molteplici penitenziari italiani. A ribadire questa “felice coincidenza” è stata il Ministro della Giustizia, Paola… la quale ha parlato ai microfoni di Radio Vaticana. Le condizioni di vita dei detenuti sono insostenibili: spesso i soggetti che alloggiano nelle carceri italiane devono dividere pochi metri di spazio con altre sette, otto persone, avendo, così, ben pochi momenti di privacy.

Pensiamo, per esempio, alla drammatica vicenda del carcere di Ancona, in cui i detenuti si sono ribellati a queste terribili condizioni, incendiando lenzuola e facendo rumore con ogni oggetto possibile, sbattuto contro le grate delle rispettive celle. Condizioni di vita che lo stesso Pontefice condannerebbe e che avrebbe appunto definito come una doppia pena per chi deve passare ancora tanti anni tra le sbarre. Il Santo Padre, inoltre, lancia un appello alle istituzioni, affinché riescano a risolvere la delicata questioni del sovraffollamento delle carceri italiane e organizzare “le strutture, i mezzi, il personale, in modo che i detenuti non scontino mai una doppia pena”. 

Il Papa, poi, si rivolge direttamente ai detenuti che gli hanno posto diverse domande. Ai quesiti Benedetto XVI ha risposto con parole di conforto: “So che in voi il Signore mi aspetta, che voi avete bisogno di questo riconoscimento umano e che avete bisogno di questa presenza del Signore”. Prima di ritornare in Vaticano, il Pontefice ha benedetto un cipresso, piantato nel cortile del penitenziario, che rappresenterà, appunto, il ricordo del suo passaggio. I detenuti hanno chiesto al Papa di concedere loro amnistia.

Lascia un commento