Tre episodi di inspiegabile follia umana nell’arco di una sola settimana hanno sconvolto l’America, costringendo le autorità a smentire ufficialmente che il Paese sia vittima di un’epidemia di antropofagia. Il video di un uomo ripreso sotto un cavalcavia di Miami mentre, completamente nudo, stava letteralmente divorando la faccia di un altro, che è poi miracolosamente sopravvissuto all’assalto, ha fatto il giro del mondo, seguito dopo pochi giorni dalla notizia di un ragazzo di 21 anni del Maryland che ha confessato di aver ucciso il suo compagno di stanza e di averne poi mangiato cuore e cervello. La terza storia ha avuto luogo invece in Canada, dove un porno attore di 29 anni ha ucciso e smembrato un uomo di origine asiatica, diffondendo il video sul web e inviando alcune parti del corpo alle sedi del partito conservatore canadese.
Queste notizie hanno suscitato grande sgomento in America, soprattutto a causa della massiccia diffusione su internet di teorie riguardo l’uso di droghe o altre sostanze sintetiche in grado di scatenare effetti di violenza e cannibalismo, che le autorità hanno dovuto smentire con fermezza, onde evitare psicosi collettive.
Nessuna “allerta zombies”, dunque, come era stata incautamente definita la situazione dalla Centers for Disease Control and Prevention, la serissima agenzia federale americana per il controllo e la prevenzione delle malattie, corrispondente al nostro Istituto superiore di sanità, che in passato aveva utilizzato l’immagine dei morti viventi per una campagna di prevenzione che recitava: «Se siete equipaggiati per far fronte a un attacco in massa di zombies, dovete essere pronti per affrontare un uragano, un’epidemia, un terremoto o un attacco terrorista». Il riferimento all’allerta zombies era esclusivamente metaforico, per sottolineare la necessità che le comunità siano pronte a qualunque tipo di emergenza, dalle catastrofi naturali alle emergenze terroristiche. Alla richiesta di chiarimento da parte dell’Huffington Post, è giunta la replica via mail: «Il Cdc non è a conoscenza di un virus o di un’altra condizione che possa rianimare i vivi o che possa presentare sintomi tipo zombie».