La votazione per appello nominale sulla mozione di sfiducia al ministro del Lavoro Elsa Fornero è iniziata questa mattina alle 11.45 e si è conclusa con esito negativo, con 435 no, 88 sì e 18 astenuti. Il documento, che chiedeva le dimissioni del ministro, è stato presentato da Lega Nord e Italia dei Valori. Secondo il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, la Fornero, a proposito della questione esodati, in riferimento al numero di coloro che rischiano di non avere né lavoro né pensione, “ha commesso un imbroglio gravissimo, ha affermato il falso, mentendo sapendo di mentire”.
Rivolgendosi direttamente al ministro, Di Pietro ha affermato: “Se si fosse trattato di un errore noi avremmo anche capito perché sappiamo che chi lavora sbaglia. Ma lei in data antecedente alle sue dichiarazioni aveva ricevuto la relazione Inps con numeri differenti, dunque sapeva di avere un dato falso e ha riferito il falso”. In aggiunta a ciò, sempre dal punto di vista del leader Idv, la Fornero si è anche macchiata d’incostituzionalità quando ha dichiarato che il lavoro non fosse un diritto, pertanto “non merita di fare il ministro”.
Altrettanto duro l’intervento del capogruppo del Carroccio a Montecitorio Gianpaolo Dozzo, che in Aula ha sottolineato che la Fornero “non gode di fiducia e di stima né dentro il Parlamento, né nel Paese; forse non può fare a meno della sua sedia, ma il Paese può benissimo fare a meno di lei”.
Già prima del voto Pd e Pdl avevano rinnovatole dichiarazioni di sostegno al Governo, contro le 78 firme dei deputati che chiedevano di sfiduciare il ministro.
Soddisfazione da Palazzo Chigi, poiché la sfiducia al Ministro del Lavoro avrebbe rappresentato un giudizio negativo su tutto il Governo, con conseguenze disastrose anche nell’ambito dei rapporti internazionali.
Incassata la fiducia, il ministro risponde con sollievo ai giornalisti: “Mi ha creato sofferenza, però lo abbiamo superato e ora continuerò a lavorare come prima”.